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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Quadrante "orfano" di Save: "Fuori dal progetto, la colpa è di Orsoni"

Il presidente della società di gestione dell'aeroporto Marchi ha detto che non scambierà più i terreni col Comune: "A Venezia non si può far nulla"

La Save alza bandiera bianca ed esce dal progetto del "Quadrante di Tessera". La società di gestione dell'aeroporto Marco Polo quindi non porterà avanti lo scambio di aree con il Comune di Venezia che avrebbe permesso la realizzazione del nuovo stadio, del nuovo casinò e di un bosco (com'era indicato nel Pat). Lo ha annunciato martedì il presidente Enrico Marchi, addossandone le responsabilità, dopo l'accordo raggiunto con le precedenti giunte comunali guidate Massimo Cacciari, all'attuale sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.

Senza Save il Comune dovrà rivedere i propri piani per il nuovo stadio (e pure per la nuova sede del casinò), ma "non potrà più dire - ha sottolineato Marchi - che l'impianto sportivo non si fa per colpa di Save", mentre la società potrà realizzare la seconda pista aeroportuale "perché - ha ricordato Marchi - è nel masterplan già approvato dall'Enac. Abbiamo già dei terreni acquisiti e poi con il masterplan definitivo entro 18 mesi procederemo all'esproprio delle aree che ci mancano". Tradotto: così la seconda pista la si fa lo stesso, anche senza accordo con il Comune.

"Questo - ha sottolineato Marchi - non è un progetto di Save ma è un progetto nazionale che riguarda il terzo aeroporto intercontinentale italiano. Purtroppo dobbiamo oggi aggiungerci alla schiera di persone che dicono che a Venezia non si può fare nulla. Io - ha dichiarato il presidente - mi trovo a malincuore costretto a prendere atto che purtroppo sul quadrante di Tessera di fronte alle lungaggini del Comune e, mi si consenta, anche a una certa malafede, bisogna prendere atto che non si potrà fare quel grande progetto che avevamo deciso con il sindaco Massimo Cacciari. Ca' Farsetti non è in grado di mantenere non solo la parola, ma un contratto firmato".

Al primo cittadino, Marchi - "lettere alla mano" - ha imputato anche il fatto che il Comune avrebbe cercato di "scavalcare Save" (proprietaria dell'aeroporto e delle aree interessate al progetto e acquistate per questo) rivolgendosi direttamente a Enac e formulando una propria proposta in cui "non si teneva conto dell’accordo del 2008, riducendo l’area del Quadrante da 215 a 80 ettari. In particolare il Comune propose di eliminare l’area verde destinata al Bosco di Mestre". Una opzione che Save ha rispedito subito al mittente, "non vedendo compensazioni all'orizzonte per i terreni acquistati a suo tempo nell'ambito del progetto del Quadrante".

"Orsoni probabilmente - ha aggiunto Marchi - ha qualche problema con la mia persona, ma questo non è per volontà mia. Forse perché era una delle tante persone che avrebbe ambito a fare il presidente dell'aeroporto, come era una delle tante persone che attorno allo scalo veneziano lavorava con ricche consulenze. Per quanto mi riguarda - ha concluso - io non ho mai avuto l'ambizione, e non l'ho neppure oggi, di fare il sindaco di Venezia; forse lui aveva quella di fare il presidente della Save".

STADIO SI O STADIO NO? - Non ci sarebbero risposte certe a questa domanda. A questo punto Save, forte del Masterplan approvato da Enac, ha deciso di "andare da sola". Sa che il progetto della seconda pista si farà anche senza l'intesa con il Comune, che ora dovrà decidere il da farsi. Save ha annunciato che venderà l'area da 105 ettari di sua proprietà su cui avrebbe dovuto sorgere il "Bosco di Mestre" passando nelle mani di Ca' Farsetti, e in più cederà anche il terreno che aveva opzionato a nord del Quadrante e a ovest della Bretella, dove si sarebbe potuto realizzare il nuovo stadio. La palla passa a Ca' Farsetti, alle prese con i noti problemi di bilancio. Il progetto del nuovo stadio (su cui c'è anche un ultimatum della proprietà russa dell'Unione Venezia) sembra quindi allontanarsi sempre più. A meno che non sia proprio Yuri Korablin magari a entrare a gamba tesa nella querelle decidendo di mettere pesantemente mano al portafoglio acquisendo i terreni in vendita e ottenendo tutte le autorizzazioni edilizie. "Auspico che il Comune possa realizzare al più presto il nuovo stadio e valorizzare le aree interessate", conclude Marchi.

LA RISPOSTA DI ORSONI - Sintetica a dir poco la replica del primo cittadino lagunare, che dichiara di non voler cadere nelle provocazioni: "Rilevo tuttavia una profonda differenza fra il Comune di Venezia e Save - ha sottolineato - noi perseguiamo l’interesse pubblico, loro quello privato".

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