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Mestre Marghera / Via dei Faggi

Rapina in casa a Marghera: marito e moglie minacciati con un coltello

Il colpo nella notte tra domenica e lunedì in via dei Faggi, zona Villabona. Due i banditi entrati, più un "palo": "Ho pensato ai miei figli di sopra"

Hanno preso il coltello dalla cucina e l'hanno puntato per minacciare entrambi. Marito e moglie. Rapina in casa poco prima delle 4.30 della notte tra domenica e lunedì in via dei Faggi a Marghera, in una villa piuttosto isolata raggiungibile attraverso una stradina in sassi. Una coppia di delinquenti, con un terzo all'esterno a fare da palo, è penetrata in qualche modo nell'abitazione. All'interno dormivano il capofamiglia con la moglie, e al piano di sopra sei figli (due sono ormai autonomi e vivono fuori casa). "Non ho idea di come siano entrati, quando ci siamo svegliati abbiamo trovato tutto aperto - dichiara Massimo Azzalin, dipendente amministrativo del "Messaggero di Sant'Antonio - abbiamo trovato dei minimi segni di scasso su una portafinestra".

"HO PENSATO AI FIGLI CHE DORMIVANO DI SOPRA" - VIDEO

Dunque quando il proprietario si sveglia i predoni avevano già iniziato a far razzia: cassetti della cucina aperti, così come il capanno degli attrezzi. Dopodiché i due intrusi, con il complice a controllare all'esterno, a volto scoperto, hanno deciso di insinuarsi nelle camere con delle piccole torce. Non prima di prendere il coltello da pizza dalla cucina: "Erano le 4.12 quando mi sono svegliato - racconta il proprietario - ho sentito dei rumori provenire dalla stanza attigua, che usiamo come una specie di sgabuzzino. Pensavo fosse qualche mio figlio che non voleva disturbare accendendo la luce". Non era così. Erano i ladri, che a loro volta con ogni probabilità mentre rovistavano dappertutto davano per scontato che le camere da letto fossero tutte al piano superiore. "Sono sceso dal letto e sono entrato nella stanza - continua il derubato - assonnato ho chiesto se ci fosse qualche problema. Al ché uno dei due mi ha preso per il pigiama e mi ha ripetuto con accento dell'Est 'soldi, soldi, soldi'. Lì ho capito".

Nel frattempo si sveglia anche la moglie: "Il mio primo pensiero era di allontanarli da lì e di mantenere la calma - continua Azzalin - perché sopra c'erano i miei figli che dormivano. Ho spiegato che eravamo a fine mese ed essendo una famiglia numerosa non abbiamo molto. Gli ho consegnato i soldi che custodivamo". Quello che cercano, al punto che l'offerta del padrone di casa di un orologio da polso viene rifiutata. Alla fine spariranno anche tre computer portatili, due telefoni cellulari (tant'è vero che il giorno seguente i vari componenti della famiglia hanno avuto difficoltà a contattarsi tra loro barcamenandosi tra questura e rilievi delle forze dell'ordine), un tablet e anche alcuni giacconi. Una delle figlie nel computer e nella borsa trafugati aveva la tesi di laurea in Giurisprudenza da consegnare lunedì mattina. Un brutto colpo per lei.

"Non è un'esperienza piacevole - spiega Azzalin - erano dei ragazzi. Da una parte ti viene la rabbia per quello che ti sta accadendo, ma anche compassione vedere questi ragazzi che prima o poi pagheranno il conto. Dovevamo accontentarli per mandarli fuori di casa in qualche maniera". I quattro, ladri e derubati, si dividono: la moglie va in cucina con il bandito armato, l'altro rimane con il capofamiglia: "Siamo riusciti a convincerli che quello che avevamo gliel'avevamo dato - conclude Azzalin - sembravano sedati, si muovevano con movimenti lenti. Forse avevano assunto qualche sostanza. A un certo punto hanno chiamato il palo e hanno avuto un breve conciliabolo. Dopodiché sono saliti a bordo dell'auto messa peggio (si erano impossessati delle chiavi a inizio raid, ndr) e ci hanno detto di non fare nulla. Quando se ne sono andati abbiamo lanciato l'allarme".

La fuga del trio è iniziata a bordo Fiat Punto che in seguito è stata ritrovata dalla polizia in via Fratelli Bandiera, anche in virtù del GPS collegato all'assicurazione. A poche centinaia di metri dal commissariato di via Cosenz: "Devo fare i complimenti agli agenti per la professionalità, per il tatto e per l'umanità - sottolinea il derubato - sono stati quasi degli angeli". Il sospetto dei vicini, impauriti dopo aver scoperto quanto era accaduto lunedì mattina, è che i predoni abbiano prima tentato un colpo in un'altra abitazione, visto che è stato trovato il cancello aperto. Ma è stata tutta la via a finire nel mirino dei malintenzionati: poco più in là, infatti, sarebbe stato rotto il vetro di un'auto per rubare quanto custodito all'interno. Si tratterebbe delquarto colpo in due anni subito dal proprietario, che avrebbe subito recentemente anche il furto dell'auto stessa.

MASSIMO AZZALIN: "RABBIA MA ANCHE COMPASSIONE"

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