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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mestre Mestre Centro / Viale San Marco

Rapina alla gioielleria "San Marco" Titolari picchiati dai malviventi

Il tentato colpo giovedì alle 17. Due banditi a volto scoperto hanno aggredito padre e figlia salvo poi scappare perché era scattato l'allarme

Violenta rapina giovedì pomeriggio nella gioielleria "San Marco", al civico 16 dell'omonimo viale mestrino. Il titolare e la figlia sono stati aggrediti da due malviventi che prima, verso le 16, erano entrati nell'esercizio fingendosi dei clienti. Il classico sopralluogo che avrebbe anticipato il colpo. La coppia si era fatta mostrare alcuni preziosi, scrutando tutto ciò che sarebbe stato possibile trafugare. "Andiamo a controllare quanti soldi abbiamo in conto", hanno poi dichiarato alla coppia di commercianti.

Il ritorno dei due verso le 17. Ma non certo per effettuare acquisti. Anzi. I rapinatori, una volta superata la bussola di sicurezza e aver richiesto di controllare di nuovo il monile che volevano comperare si sono divisi: uno ha aggredito a calci e pugni il titolare, l'altro ha subito superato il bancone e ha iniziato a picchiare la figlia. Un corpo a corpo che è durato alcuni minuti. Violento. Senza alcuna esclusione di colpi. Il padre ha raggiunto l'ospedale dell'Angelo più tardi con un occhio nero e un taglio al naso. Sono stati necessari degli accertamenti all'addome e al collo. Ha riportato anche un trauma all'inguine. La figlia, invece, è stata dimessa con una prognosi di sette giorni. E' stata aggredita dal rapinatore più alto e atletico dei due, che avrebbero parlato con accento meridionale (ma è troppo presto per capire se simulassero una origine diversa da quella reale). "Nel momento in cui l'altro ha saltato il bancone mi sono girato verso mia figlia - racconta Angelo Dalla Tor, 69 anni - D'istinto ho dato le spalle al finto cliente che avevo di fronte e lui mi ha aggredito alle spalle".

La colluttazione è continuata finché la figlia, Martina, 40 anni, non è riuscita a pigiare il pulsante anti rapina della gioielleria. "Sono riuscita a schiacciarlo", ha urlato al padre, intento a difendersi dai colpi dell'altro delinquente. In quel piccolo spazio tra il banco e il muro. "D'istinto anziché indietreggiare ho fatto un passo verso il ladro - racconta la donna - In questo modo lui è rimasto sorpreso dal mio movimento e sono riuscita ad azionare l'allarme". A quel punto per i banditi è stato chiaro che non avevano tempo da perdere. Dovevano fuggire prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.

Per questo hanno fatto dietrofront e sono scappati via. Non prima di essersi bloccati di fronte alla bussola di sicurezza: "Sempre lo stesso delinquente mi ha strappato le chiavi dalle mani, ma non riusciva a trovare quella giusta. Così ha continuato a picchiarmi, finché non sono stata costretta io ad aprire loro la via di fuga". A dimostrare che le loro intenzioni erano "serie" la figlia del titolare è riuscita a strappare di dosso una valigetta che il "suo" rapinatore aveva a tracolla. Sequestrata dagli agenti delle volanti e della squadra mobile della questura. All'interno dei sacchetti di plastica vuoti da riempire con la refurtiva e dei laccetti per legare i polsi alle vittime di turno. Uno dei due furfanti durante la colluttazione con la donna aveva in mano una sciarpa. Già con il nodo pronto. Con l'intenzione forse di tappare la bocca  ai proprietari per poi sequestrarli. I due sono poi fuggiti a piedi scappando a piedi. Nelle vicinanze, però, potrebbe esserci stato un complice che aspettava i sodàli a bordo di un'auto.

I DUE GIOIELLIERI AGGREDITI

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