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Martedì, 23 Aprile 2024
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Le rubano una borsetta al Marco Polo, ma il risarcimento è "formato mini"

L.P., mestrina, ha subito un danno di quasi 360 euro, dovendo ricomprarsi tutto in Egitto. L'assicurazione però la intende elargire solo 44 euro: "Andiamo davanti al giudice di pace"

Le manomettono la valigia imbarcata al Marco Polo di Tessera per un viaggio in Egitto, sottraendole una pochette in cui aveva riposto oggetti personali, medicinali e tutto ciò che non si può tenere nel bagaglio a mano: un danno di quasi 360 euro, che l’assicurazione però vuole rimborsare per poco più del 10%: 44 euro, pari alla metà del valore della valigia. E questo perché la signora, pur avendo fatto tutte le denunce del caso alle autorità competente e potendo dimostrare ogni spesa sostenuta, secondo la compagnia non avrebbe compilato il modulo di reclamo Pir (Property Irregularity Report). Considerato il disagio patito, L.P., di fronte alla risposta insoddisfacente della compagnia assicurativa, è pronta a far causa davanti al Giudice di Pace di Mestre per ottenere il rimborso di quanto speso e, a questo punto, anche un risarcimento danni. "Sta diventando una questione di principio, sono pronta a dare in beneficienza quanto otterrò, ma intendo andare fino in fondo – giustifica la signora - perché la loro avarizia è veramente tremenda e fa legittimamente pensare che le polizze siano tutte una solenne presa in giro, e io non ci sto".

Il viaggio della malcapitata mestrina risale allo scorso gennaio, con un pacchetto fornito da un’agenzia di viaggi di Mestre: viene convinta a stipulare anche un’assicurazione che include la tutela per danno o smarrimento bagaglio, pagandola di conseguenza. Arrivata a Il Cairo, dopo un volo da Venezia con scalo a Roma, la signora recupera la valigia, si rende conto della manomissione e pur con tutte le difficoltà di comunicazione del caso, riesce a compilare un modulo di reclamo all’aeroporto egiziano. Nella bustina sparita (che il ladro probabilmente pensava contenesse gioielli o denaro) aveva messo una serie di oggetti personali e tutto ciò che non può essere tenuto nel bagaglio a mano: alcune cose sono irrimediabilmente perse, altre riesce a ricomprarle pur con difficoltà e dispendio di tempo, e spende in tutto 358,25 euro.

Una volta tornata in Italia, la signora sporge denuncia anche a Roma (al posto di polizia interno allo scalo aeroportuale), non sapendo in quale aeroporto la valigia fosse stata aperta. L’agenzia di viaggi inoltra la pratica alla compagnia assicurativa partner, e iniziano i problemi. L’assicurazione, infatti, contesta la mancanza della denuncia fatta subito in area aeroportuale - il Pir - e  propone un rimborso di soli 44,5 euro: la metà del valore della valigia. A quel punto la donna si rivolge ad Adico (Associazione Difesa Consumatori), il cui ufficio legale fa partire una diffida chiedendo l’immediato rimborso della cifra sborsata dalla signora. E di fronte a due diffide e a una proposta di soluzione, cui la compagnia ha risposto in modo negativo, ora L.P. è pronta a portare l'assicurazione davanti al giudice di pace.

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