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San Giuliano Campalto / Via Orlanda

Laghetti di San Giuliano, interrogazione di Bettin: «Verificare il sistema di irrigazione»

«Esiste eccome, con vasche di accumulo e tubazioni che corrono lungo oltre 18 chilometri e una centrale di controllo e con pompe idrauliche presenti nella zona del Tamburello». Martini: «Quella del degrado non è solo incuria, è strategia»

«Non ci convince la risposta che l’assessore all'Ambiente Massimiliano De Martin ha dato a proposito dello stato di siccità e di abbandono delle due zone umide interne, i cosiddetti “laghetti”, cioè il “Lago della anatre”, che corre intorno al Tamburello, e il “Lago degli aironi”, ai piedi della collinetta al parco di  San Giuliano». Sui laghetti prosciugati di parco San Giuliano arriva l'interrogazione del capogruppo di "Verde Progressista" Gianfranco Bettin, dopo le denunce e le segnalazioni di cittadini e comitati che continuano dalla scorsa estate.

Secondo l’assessore non si può fare altro che aspettare la pioggia, perché non esiste un sistema di irrigazione e le zone umide altro non sarebbero che vasche di laminazione. «In realtà, i “laghetti” hanno sempre ospitato decine di specie acquatiche e di uccelli, elementi cardine dell’ecosistema previsto dal progetto originale - continua Bettin - E un sistema di irrigazione e gestione delle acque del parco esiste eccome, con vasche di accumulo della capienza di 1.200 metri cubi d’acqua, con tubazioni che corrono lungo oltre 18 chilometri lineari, con una centrale di controllo e con pompe idrauliche presenti proprio nella zona del Tamburello».

In un’interrogazione il capogruppo chiede, perciò, quale sia lo stato di questo sistema di irrigazione e gestione delle acque. «Oggi è soprattutto questa la priorità, salvaguardare il parco dalla siccità e dall’abbandono, e non procedere investendo su pesanti e snaturanti interventi volti a fare del parco - piuttosto che lo spazio verde straordinario e la nuova cerniera tra acqua e terra, tra città e laguna, che è sempre stato dalla sua inaugurazione nel 2004 - un luogo di grandi e impattanti eventi (non esclusi né dal progetto né dalla realtà finora, ma non in questi termini sempre più pesanti e invasivi). Chiedo perciò alla giunta una verifica urgente, strutturale e radicale, del sistema di irrigazione, un suo eventuale potenziamento e adeguamento e, dunque, un ripristino delle condizioni originali dei laghetti e, più in generale, del parco. Chiedo anche se la giunta non ritenga, come il sottoscritto, che sia stato un grave errore sopprimere l’ente che della cura e della gestione parco si occupava sistematicamente e quotidianamente, come era l’Istituzione, e se averlo ricondotto genericamente sotto l’assessorato ai Lavori pubblici (con tutto il settore Verde), non abbia contribuito a far cadere quella costante attenzione di cui il parco si è sempre giovato in passato».

«Già il parco di San Giuliano è stato eroso sui bordi commerciali dalla frenesia edificatoria per valorizzarne le rive, così come Forte Marghera viene inglobato come area parcheggio dentro il grande nodo di interscambio urbano direttamente agganciato ai Pili - commenta il consigliere Giovanni Andrea Martini (Tutta la citta insieme!) -. A mettere il suggello all’impronta utilitaristica degli spazi aperti quali aree monche di edificazione giunge lo sfratto per degrado ambientale anche all’avifauna. Ma quella del degrado non è solo incuria, è strategia. Al deperimento segue il degrado e al degrado l’abbandono; dopo di che il suolo, o l’immobile, è candidato alla trasformazione d’uso».

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