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San Giuliano, Pd: «Progetti e previsioni senza partecipazione». Ripresa dei circoli con i comitati

Sambo e Da Lio sul parco: «Spazio verde dedicato alla libera fruizione, realizzato attraverso la partecipazione. Privatizzazione e terminal turistico ne sconvolgeranno l'attuale fisionomia»

Il Partito Democratico veneziano rimette in moto i circoli di confronto con i cittadini, assieme alle associazioni e ai comitati attivi nella difesa dei beni comuni e nella lotta al degrado urbano. Il primo incontro è stato giovedì al circolo Pd di Mestre, di via Pescheria Vecchia, dove un'affollata assemblea si è confrontata sul tema “Salviamo il Parco di San Giuliano”.

I circoli di confronto del Pd

La discussione, presentata da Nicola Favaro e coordinata dall'avvocato Alfiero Farinea, ha visto gli interventi di Anna Forte, presidente dell’associazione “Amici del Parco di san Giuliano”, dell'avvocato Angelo Pozzan, legale dell’associazione stessa, e dell’urbanista Oscar Girotto. Tra i temi è emersa la preoccupazione per gli interventi previsti per il parco.

L'ampliamento del parco, l'amministrazione

Intanto qualche giorno fa l'amministrazione comunale veneziana ha presentato ufficialmente il progetto di ampliamento per sei ettari della superficie del parco e quello della "spiaggia dei mestrini", di cui tanto si era parlato negli anni prima del Covid. I tempi sarebbero maturi per la giunta, visto il superamento della pandemia e la rinnovata volontà della gente di stare all'aria aperta. La disponibilità di nuovi spazi, anche per il ritrovo e la socializzazione, avrebbe la funzione di rigenerare il rapporto con la natura e con la comunità che tanto sono mancati al benessere sociale e personale.

Il parco, contraltare all'espansione industriale

Nella discussione di giovedì, il Partito Democratico veneziano si è focalizzato sugli aspetti che non lo convincono riguardo ai progetti per il Parco di San Giuliano. «Ne sconvolgeranno l’attuale fisionomia di grande spazio verde esclusivamente dedicato alla libera fruizione dei cittadini - affermano Nicola Da Lio, segretario del circolo del Partito Democratico di Mestre centro e Monica Sambo, segretaria del Pd di Venezia - Il Parco di San Giuliano ha rappresentato uno dei progetti più ambiziosi, per dimensione e complessità, tra le proposte italiane ammesse ai contributi europei. Uno degli interventi di riconversione urbana più significativi per invertire gli storici processi di degrado dell'habitat lagunare, conseguente allo sviluppo industriale di Porto Marghera».

Da Lio e Sambo hanno sottolineato l'aspetto democratico del dibattito che ha portato allo sviluppo del Parco. «Il Piano Guida, frutto di un concorso internazionale di progettazione, è stato la dimostrazione di un reale processo partecipativo che ha contraddistinto, dalla fine degli anni ’80, tutte le fasi della realizzazione - spiegano - Un percorso che si è però interrotto nel 2015, sostituito dalla totale indifferenza per le proposte di associazioni e comitati».

Le criticità secondo il Pd

La zona del trasporto merci lungo il canale San Giuliano, costituita da una serie di capannoni e da un grande parcheggio per camion, per il Partito Democratico equivale: «alla chiusura della libera frequentazione di circa il 70 per cento del parco, dove sorgerà anche un terminal turistico». Il partito associa a questo due conseguenze: «un devastante impatto ambientale sul “Sito di interesse comunitario”, Sic, della laguna (sito Unesco), per l'inquinamento e l'aumento del moto ondoso, e la riduzione della superficie libera per la fruizione dei cittadini, che con l'amministrazione non hanno mai potuto discutere in merito alla trasformazione e privatizzazione del più importante bene comune di questa città».

«Il futuro del Parco deve tornare a essere tema di dibattito collettivo e partecipato con il forte coinvolgimento dei cittadini perché questo luogo è strategico per la comunità di Venezia e Mestre, ma anche per tutto il territorio metropolitano», ha detto Sambo, confermando la volontà del Partito di affiancare le associazioni sulla questione, «come su altre che riguardano la tutela della residenzialità e l’inversione dello stato di degrado urbano crescente e ormai diffuso».

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