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Mestre Bissuola / Via Vincenzo Gagliardi

Medici di base, preoccupazione per la copertura delle aree più disagiate: il dibattito

Nell'incontro di sabato a Mestre sul futuro dei servizi sanitari con il comitato del quartiere Pertini, l'Auser, "Insieme l'anziano con noi", "Pax tibi", Fimmg e l'assessore Venturini. Usl 3: «Ricerca non facile, finora tutti i professionisti sostituiti»

Mattinata dedicata alla sanità quella di sabato, quando la sala Tonda del centro civico di via Gagliardi a Mestre ha ospitato un incontro sul futuro dei servizi sanitari. Durante il dibattito, organizzato dal comitato del quartiere Pertini, l'Auser e le associazioni "Insieme l'anziano con noi" e "Pax tibi", è emerso lo stato di preoccupazione per la carenza di medici di famiglia che riguarderebbe oltre una cinquantina di zone nell'Usl 3, in base ai dati presentati, oltre al fatto che i professionisti che si apprestano ad andare in pensione entro la fine dell'anno rischiano di non avere figure sostitutive per l'assistenza territoriale.

Il pericolo, come è emerso nel corso dell'incontro, è anche quello di un abbassamento della qualità dei servizi, dovendo per forza aumentare la quantità di pazienti in carico ai medici disponibili: meno tempo, meno ascolto, più appuntamenti e più pazienti indipendentemente dalle patologie e dalle motivazioni del ricorso alle prime cure. Durante l'evento di sabato mattina alla presenza, oltre che del presidente del comitato del quartiere Pertini e dell'Auser, Giorgio Rocelli, dell'assessore alle Politiche sociali Simone Venturini, della consigliera regionale Anna Maria Bigon, del medico e segretario di Fimmg Maurizio Scassola, della dottoressa Ornella Mancin e di Bruno Malagutti per i "Diritti dell'ammalato", è stato sottolineato come le aree più a rischio di carenza dei medici siano Mestre (-21 medici), Venezia (-9), Chioggia (-6), e a seguire Mirano, Marcon e Quarto D'Altino.

La città storica, come le isole, patiscono la scarsa attrattività per via della difficoltà a raggiungere ambulatori e residenti, ma paradossalmente è l'area in cui una popolazione sempre più anziana ha bisogno di essere raggiunta. Per questo per Fimmg, Federazione dei medici di medicina generale, propone di trattare l'area lagunare come i territori montani più disagiati in modo da assicurare benefit e strutture, in cui oltre al medico sia garantita la presenza di operatori, infermieri e amministrativi per dare copertura sanitaria completa sul posto.

Una condizione che comporta la cooperazione fra vari livelli territoriali sanitari e la possibilità per i medici di aggregarsi e condividere sedi per abbassare i costi. A distanza anche l'Usl 3 con il direttore generale Edgardo Contato ha evidenziato l'importanza di individuare e assegnare nuovi medici disposti a prendere servizio in posti "meno comodi". Tutti i professionisti ha spiegato il direttore, sono stati finora sostituiti garantendo la copertura dell'assistenza sanitaria di base. Una ricerca non semplice, in cui l'azienda cerca di incoraggiare i medici disposti a misurarsi con nuove realtà.

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