Scontri in centro a Mestre, bengala e lacrimogeni davanti al municipio
Scene di guerriglia urbana in via Palazzo lunedì durante il Consiglio comunale. Da una parte i no global, dall'altra gli attivisti di Forza Nuova
Lacrimogeni tra i tavolini dei bar. Tra la gente che all'improvviso si è trovata davanti agli occhi scene di guerriglia urbana in pieno centro a Mestre. In via Palazzo. Mentre il Consiglio comunale continuava la sua prima seduta dopo le dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni (I DETTAGLI) Il clima rovente ha subito preso possesso dell'aula consiliare. Per poi deflagrare in scontri fuori
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Dove a fronteggiarsi si sono trovati verso le 16 da una parte gli attivisti di Forza Nuova e dall'altra i no global del Rivolta e del Morion, intenzionati a tenere una conferenza stampa. Come a piazzale Roma il 14 dicembre, come in tante altre occasioni, alla fine dagli insulti ("fascisti tornate nelle fogne", "comunisti andate a lavorare") si è passati ai fumogeni. Agli scontri. A tenere a bada le due fazioni due cordoni di polizia e di carabinieri. Tra gli "inneschi" del parapiglia anche il blitz dall'alto di Beppe Caccia, che con un gavettone lanciato da un terrazzino del municipio ha bagnato alcuni manifestanti. Apriti cielo.
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Dalla parte dei no global sono volati fumogeni e petardi, alcuni dei quali rispediti subito al mittente dai rivali. Sono stati minuti eterni, con la gente che si è trovata suo malgrado in mezzo che si è messa al riparo sotto ai portici di via Palazzo. La polizia ha quindi caricato il fronte no global, che si è ritirato dall'altezza del municipio fino all'intersezione con via Torre Belfredo. A terra alcuni tavolini. Una tovaglia che per alcuni secondi è stata rimasta vittima del fuoco. Vetri rotti e sedie con le gambe all'aria. L'unica colpa del locale è stato trovarsi nella direttrice di fuga dei manifestanti.
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Tre o quattro i lacrimogeni, a quanto pare, sparati dalla polizia per disperdere i facinorosi. Dopodiché il secondo round. In via Pio X. I no global erano tornati a raggrupparsi con l'intenzione di tornare al Municipio. Ma un altro lacrimogeno sparato in pieno centro ("piano, lì ho parcheggiato la macchina", ha esclamato d'istinto un mestrino) e la seconda mini carica di alleggerimento, hanno di nuovo disperso i manifestanti. Il tutto mentre per alcuni minuti il traffico di auto e pullman in via Torre Belfredo è stato completamente interdetto. Il caos.
A quel punto sono scesi in campo i "negoziatori". Da una parte il dirigente della Digos Ezio Gaetano, dall'altra il consigliere di "In Comune" Beppe Caccia e il leader dei no global di Tommaso Cacciari. Gli uni desiderosi di condurre la conferenza stampa, gli altri per nulla inclini a lasciarli tornare in via Palazzo. I conciliaboli sono durati a lungo, finché, poco dopo le 18, tutto è tornato alla normalità. Con gli attivisti di Forza Nuova (presente anche il loro leader nazionale Roberto Fiore, oltre che il rappresentante lagunare Sebastiano Sartori) che già se n'erano andati alla prima carica. Tra i passanti oltre alla curiosità per ciò che stava accadendo anche la consapevolezza di vivere momenti alcuni tra i momenti più bui della storia recente della città.
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