
La droga e i contanti sequestrati
In partenza per Udine col bagaglio "pesante": quattro chili di "maria"
Un 34enne della Sierra Leone domenica è stato fermato dai carabinieri nel piazzale dei bus della stazione di Mestre. Aveva documenti falsi
Aveva acquistato un biglietto dell'autobus per Udine e si apprestava a raggiungere il capoluogo friulano per la consegna. Il viaggio, però, per un 34enne della Sierra Leone si è concluso ancora prima di iniziare. Per lui e anche per il carico "pesante" che aveva con sé: tre involucri per complessivi quattro chili e mezzo di marijuana. Li nascondeva sotto gli indumenti in un borsone, con vicino, in una tasca interna, 2.500 euro in contanti.
Il pusher è finito nel mirino dei carabinieri della compagnia di Mestre domenica mattina, perché alla vista dei militari, nel piazzale degli autobus vicino alla stazione ferroviaria, aveva all'improvviso fatto dietrofront per evitare di incrociare il loro sguardo. Troppo tardi. In pochi istanti gli operatori gli sono stati addosso, intimandogli di consegnare i documenti. Il nervosismo del 34enne induceva a pensare che si era sulla strada giusta. Dopodiché la conferma: ai carabinieri sono stati consegnati carta d'identità e permesso di soggiorno di un cittadino ghanese (con la foto dello spacciatore). Era tutto fasullo, anche se di pregevole fattura. E' bastato un controllo al terminale per capire che non c'era alcuna persona censita con quel nome e quel cognome.
Gli accertamenti sono quindi continuati perquisendo il borsone. Una volta aperto le forze dell'ordine si sono imbattute nel vero motivo di quel viaggio: tre grossi involucri zeppi di marijuana. Per un valore al dettaglio che si aggirerebbe sui 40mila euro. In tasca aveva altri 500 euro, cui si aggiungono i 2.500 sequestrati nel borsone. A quel punto per il 34enne era finita: portato nella caserma "Piave" di via Miranese è stato arrestato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e denunciato per il possesso di documenti falsi. Naturalmente ora proseguono gli accertamenti dei carabinieri, non solo per capire chi fosse il destinatario del carico, ma anche dove quest'ultimo sia stato reperito. Con ogni probabilità è entrata in gioco la linea di spaccio che da Padova attraversa la Riviera del Brenta e arriva fino a Mestre, un crocevia importante per questo tipo di traffici, in cui il 34enne della Sierra Leone avrebbe costituito un anello importante e "stabile". Da quando è arrivato in Italia nel 2009, infatti, non risulterebbe aver svolto alcun lavoro. Ma la somma di denaro su cui poteva contare dimostrerebbe il contrario.
IL CAPITANO DELLA COMPAGNIA DEI CARABINIERI DI MESTRE ANTONIO BISOGNO