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Gli spacciatori appostati fuori da scuola: ecco come vendevano eroina ai ragazzini

Il passaparola, le raccomandazioni, i prezzi stracciati. La rete dei tunisini a Mestre

Tra i clienti c’era chi affrontava viaggi molto lunghi. Anche un paio d’ore, pur di comprare l’eroina a Mestre a un prezzo quattro volte inferiore rispetto a quella che si trova nelle altre province. Alcuni venivano perfino dai comuni più a nord della provincia di Pordenone. E poi c’erano i ragazzini. Minorenni che erano sicuri di trovare i loro pusher di fiducia appostati fuori da scuola prima dell’inizio delle lezioni e dopo il suono dell’ultima campanella. La presenza costante e i prezzi accessibili hanno assicurato alla banda di spacciatori tunisini smantellata lunedì all’alba dai carabinieri una bella fetta di mercato: quella degli studenti. Su circa 120 clienti identificati dai militari della compagnia e del nucleo operativo e radiomobile di Mestre, una ventina erano minorenni.

Le raccomandazioni e i passaparola

Giovanissimi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, che contavano sulla presenza dei pusher fuori da scuola. I primi contatti avvenivano tramite passaparola, un numero di cellulare da chiamare senza specificare in chiaro i nomi dei luoghi e delle persone, i quantitativi, le dosi e il denaro da portare. C’erano regole precise da seguire che i ragazzini, quasi come in un gioco di squadra, eseguivano perfettamente. Per questo, soprattutto tra i minorenni, il cerchio era sicuro ed ermetico, difficile da penetrare perfino per nuovi potenziali clienti se non raccomandati da loro coetanei, magari clienti abituali. Pochi i giovanissimi che, durante la verbalizzazione delle dichiarazioni, hanno fornito nomi, numeri di cellulare e indicazioni sui loro spacciatori.

Gli interrogatori

Pusher che lunedì sono stati raggiunti dai carabinieri che hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e due divieti di permanenza nell’area metropolitana di Venezia su 13 misure emesse dal gip Luca Marini. Tutti quanti mercoledì mattina di fronte al giudice per l'interrogatorio sono rimasti in silenzio. Spacciatori che avevano un grosso giro d’affari (fino a venti chili di eroina in quattro mesi) e che, con l’arrivo dei nigeriani in via Piave si erano dovuti spostare in altri luoghi di Mestre: da via Miranese a Corso del Popolo, dalla Cipressina alla rotatoria dell’Amelia. Parchi, campi sportivi, piazzali delle chiese e perfino aree limitrofe agli istituti scolastici. Ma da dove hanno cominciato gli investigatori per ricostruire la rete?

Talel Nafti, da lui è partito tutto: i tre arresti

Tutto è iniziato da Talel Nafti, tunisino arrestato l’estate del 2017 dopo aver accoltellato uno dei vertici dell’organizzazione, Wael Triki, detto Tan Tan. Nafti si è rivelato una figura fondamentale. L’uomo è stato arrestato per ben tre volte dai carabinieri a partire da maggio 2017. Il primo arresto, all’interno del parco giochi di Viale San Marco, frequentato ogni giorno da decine di bambini e dai loro genitori, ha consentito ai carabinieri di recuperare circa 30 grammi di eroina e dosi di cocaina. I suoi clienti, provenienti non solo da Mestre e Marghera ma soprattutto da province limitrofe, hanno delineato una rete di spaccio gestita su più livelli. Il secondo arresto è arrivato quando i carabinieri hanno quantificato, con le indagini, in un periodo di circa un anno il commercio di 5 chili di eroina per oltre mille cessioni da parte di Nafti. Questi riscontri sono costati al tunisino gli arresti domiciliari a Mestre. Misura alla quale è stato sottoposto per pochissime ore in quanto, mentre eseguivano il provvedimento restrittivo i militari in casa sua hanno trovato due etti di marijuana e alcune piantine. L’uomo, arrestato per la terza volta, era stato portato in carcere, dove si trova ancora oggi per scontare una condanna di quasi due anni. L’analisi dei clienti abituali e occasionali ha acceso i riflettori sulla piaza di Mestre, «un crocevia dove la droga gira in grosse quantità», aveva detto lunedì il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo.

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