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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Omicidio in ospedale a Mestre, anziano uccide la moglie e si spara

La tragedia, premeditata, all'Angelo martedì mattina. Ernesto Cecchinato, 95enne, ha colpito al cuore la coniuge Loredana Pedrocco

Quei due colpi al cuore contro la moglie, poi il terzo rivolto verso di sé. Alla tempia. Una tragedia lucida nella sua semplicità. Scaturita da due coniugi che forse vedevano la vita sfuggire loro di mano, alle prese con gli acciacchi dell'età e con la consapevolezza che avrebbero avuto sempre di più la necessità di essere aiutati dalla figlia. Quella figlia che hanno deciso di salutare con toccanti parole in una lettera che Loredana Pedrocco, 90enne residente in una laterale di via Cappuccina con il marito, aveva nella borsetta. Consapevole che alla fine di tutto qualcuno l'avrebbe raccolta. E letta. Facendo luce su un omicidio che fa riflettere su quanto a volte la vita possa diventare in un certo qual senso "un peso".

LA TRAGEDIA Verso la mezzanotte di martedì ha perso la vita anche il marito

IL RITRATTO "Persone molto unite e sorridenti". Cecchinato grande benefattore

Questi i pensieri che hanno spinto Ernesto Cecchinato, 95enne sofferente di cuore, e la moglie a premeditare la loro morte. Martedì non avevano alcun appuntamento all'ospedale Dell'Angelo, nessuna visita cui sottoporsi e nessun esame da ritirare. Niente. I motivi per cui abbiano scelto il nosocomio mestrino si possono solo ipotizzare: forse il non voler essere trovati dall'amata figlia in quelle condizioni, o forse per il fatto di sapere che, nel caso qualcosa fosse andato male, i soccorsi sarebbero stati immediati. Così è stato, tra l'altro. Perché poco prima delle 10 di martedì Ernesto Cecchinato si siede su una panchina di fronte al Cup, proprio al centro della hall di ingresso dell'ospedale, e saluta il tassista che aveva accompagnato i due dall'Hotel Venezia di Abano Terme, dove gli anziani si trovavano da tempo per delle cure termali. Un viaggio a suo modo "abituale", che quindi non ha destato alcun sospetto nel conducente. Uno di fiducia, assieme ad un altro collega. Anzi. L'anziana si sarebbe addirittura segnata su un giornale il numero di cellulare del tassista, per contattarlo al termine delle loro commissioni.

Il tempo di allontanarsi di qualche passo, però, e lo scenario cambia nettamente. Mancano pochi minuti alle 10 e si sentono due colpi. Due spari, ma potrebbero sembrare anche petardi. Il tempo si ferma: "Pensavo fosse una manifestazione", racconta una pasticcera, "ho pensato come sia possibile che dei giovani facessero degli scherzi del genere", dichiara un dipendente, "ho pensato a degli spari, ma poi mi sono detta che non poteva essere possibile", racconta una donna ancora frastornata. Aveva ragione, purtroppo. Perché Ernesto Cecchinato, non appena ha capito che era arrivato il momento, ha estratto dalla tasca la pistola regolarmente detenuta, una Beretta calibro 22 nera (quindi un'arma di piccole dimensioni) e ha fatto fuoco a distanza ravvicinata al petto della moglie. Entrambi seduti. "Mi sono girato verso gli spari e ho visto che lui si puntava la pistola alla tempia - racconta un testimone oculare che si trovava a pochi metri - si è sparato. All'inizio è rimasto fermo, poi è collassato".

In ospedale è il caos, anche se più che la paura è  lo stupore a prendere il sopravvento. Il tassista accorre e solleva l'anziano da dietro, mentre un medico e una dipendente della direzione amministrativa dell'ospedale prendono in mano la situazione. Il camice bianco lo stende a terra e soprattutto gli toglie la pistola dalla mano. Quella stessa pistola da cui sarebbero potuti partire altri colpi accidentali. Di più. Che avrebbe potuto ferire altri ignari passanti, magari con pallottole di rimbalzo. Cecchinato respira ancora, ma è gravissimo. Accanto a lui Loredana Pedrocco è esanime. Ha perso la vita sul colpo. Il quotidiano a pochi passi da lei e quella lettera indirizzata alla figlia nella borsetta. I tentativi di rianimazione continuano sul posto, dopodiché il 95enne viene portato d'urgenza in sala operatoria. E' gravissimo. Nel pomeriggio era ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurochirurgia. Arriva la polizia, con la squadra mobile e gli agenti del commissariato di Mestre. L'area viene messa in  sicurezza, il corpo della donna viene coperto da un lenzuolo. I rilievi durano tre ore circa, ma la consapevolezza è di trovarsi di fronte a una vicenda simile a tante altre. Invisibili finché non sfociano in tragedia.

Ciò che lascia basiti coloro che hanno udito i tre spari è il silenzio da cui sono scaturiti. Nessun urlo, nessun allarme. Non era un'aggressione, lo si è capito subito. "Era una coppia molto distinta ed elegante - racconta una vicina di casa da via Fucini, dove i due erano proprietari assieme alla figlia di una palazzina con due appartamenti - Spesso li vedevo uscire insieme per andare ad acquistare il giornale o per le piccole commissioni quotidiane. Sempre insieme. Era la figlia a prendersi cura di loro. Da un paio d'anni, però, non vivevano più qui". Da qualche tempo si trovavano nell'albergo di Abano Terme, per sottoporsi anche a delle cure termali. A Mestre, dunque, in pochi si ricordano di averli visti di recente. Chi li ricorda sottolinea subito l'eleganza di Ernesto Cecchinato, ex ingegnere, e dell'amata moglie. Lui era un costruttore molto noto a suo tempo in città, che recentemente aveva pure deciso di aiutare con una cospicua donazione il centro Don Vecchi 5. Un legame stretto e saldo fino all'ultimo con la moglie, fino a quegli spari che avrebbero dovuto accomunare nello stesso destino entrambi.

Intanto in ospedale sono stati garantiti tutti i servizi. Sul posto a seguire i rilievi anche il direttore dell'Ulss 12, Giuseppe Dal Ben, che ha coordinato la situazione assieme ai propri collaboratori.  Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, con un breve messaggio di cordoglio: "Di fronte alla tragedia solo il silenzio - commenta - Questi episodi dettati dalla disperazione dovrebbero farci riflettere sul valore e sul significato della vita”.

PARLA IL VICEQUESTORE E DIRIGENTE DEL COMMISSARIATO DI MESTRE EUGENIO VOMIERO

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