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Arriva l'8 marzo e i semafori si riempiono di venditori di mimose

Come l'anno scorso gli abusivi dal centro storico si sono spostati in terraferma occupando gli incroci mestrini offrendo il fiore delle donne

Per un giorno dalla laguna si sono spostati agli incroci dei semafori in terraferma. Tra Mestre, Gazzera, Zelarino spesso e sovente allo scoccare del rosso e allo stop delle auto ecco che per l'8 marzo, a scanso di equivoci per chi se lo fosse dimenticato, sono saltati fuori decine di venditori abusivi. Pieno.

Niente richieste di soldi stavolta. O meglio, al posto di dardi luminosi, rose, stiivali per l'acqua alta o ombrelli come accade in centro storico i venditori abusivi, per lo più di nazionalità bengalese, erano riforniti di mimose su mimose. Che hanno offerto finestrino dopo finestrino agli uomini che si trovavano fermi al volante della propria auto. Un "trasloco" di massa. Che dimostra come chi governa i fili di questo commercio sa adattarsi a ciò che tira al momento. Alle leggi del mercato della domanda e dell'offerta.

Alla fine della giornata la polizia municipale ha tirato le somme dell'8 marzo "abusivo": sono stati sequestrati e distrutti, fino alle ore 18, 1741 mazzi di mimosa (1284 in terraferma e 467 in centro storico e nelle isole; l'anno scorso erano stati 1981); 14 i verbali di contestazione a venditori abusivi; un venditore, cittadino del Bangladesh, è stato accompagnato al nucleo di polizia scientifica della municipale per l’identificazione.

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