Virus respiratorio Rsv, all'Angelo già 14 neonati ricoverati da inizio mese
L'esperta: «Virus comune, ma si sta manifestando in anticipo rispetto agli anni scorsi». L'appello: non intasare il pronto soccorso
Raffreddore, sonnolenza, affaticamento nell'alimentazione e difficoltà respiratoria. Sono questi i principali sintomi dell'Rsv, virus respiratorio che colpisce i bambini. Una patologia molto comune che, se nei bimbi più grandi non rappresenta nulla di severo, esaurendosi con un raffreddore, per i neonati può sfociare in bronchiolite perchè raggiunge le vie aeree inferiori, determinando una difficoltà respiratoria che necessita di un sostegno ospedaliero.
Da inizio mese all'Angelo già 14 bimbi ricoverati
Da inizio mese, su una cinquantina di ricoveri complessivi nella pediatria dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, 14 sono stati neonati colpiti dall'Rsv. Di questi, dieci sono già stati dimessi. Solo tra ieri e oggi, i medici ne hanno valutati 11, dei quali due sono stati trattenuti. Attualmente, sono 4 i ricoverati, tutti tra i 25 e i 50 giorni. «Questo virus è una vecchia conoscenza dei pediatri ed è molto diffusivo sia per via aerea che per contatto - spiega Silvia Callegaro, allergologa e pediatra dell'ospedale dell'Angelo -. Di solito il picco si manifesta tra gennaio e febbraio. Gli anni scorsi, tra dicembre e marzo, comunque venivano ricoverati 3-4 bimbi a settimana. Quest’anno stiamo assistendo a un anticipo importante nei tempi, nella numerosità dei casi e nella gravità dei sintomi».
Il virus si è diffuso in anticipo rispetto agli anni scorsi
Il motivo? «Sicuramente va fatta un'analisi su più fronti - continua Callegaro -. Le misure anti Covid dell'anno scorso avevano limitato la circolazione di questo virus (nel 2020 all'Angelo si sono registrati pochissimi ricoveri). In secondo luogo, i bambini ora si trovano "puliti" dal punto di vista anticorpale, quindi sono pronti a prendersi il virus». Quello a cui stiamo assistendo in questo periodo è un eccesso di ricoveri di neonati sotto i 2-3 mesi, in particolare hanno tra i 25 e i 40 giorni. «Questo - spiega Callegaro - ha rappresentato un gran carico per il pronto soccorso». Nelle ultime 24 ore, su 45 accessi, 11 erano bambini sotto l'anno di vita e due sono stati ricoverati per l'Rsv.
«Non intasate il pronto soccorso»
La corsa al pronto soccorso, però, rischia di mettere in difficoltà gli operatori sanitari. «E' importante che arrivi in ospedale solo chi ha bisogno dell'ospedale - dice Callegaro -. Nei primi giorni il virus si presenta come un raffreddore, ma se il bambino si affatica nell’alimentazione, è sonnolento e ha difficoltà nel respiro è il momento di farlo valutare in ospedale. Un'attenzione maggiore è da avere per i bimbi che hanno meno di tre mesi. Quelli prematuri o le fasce delicate vengono sempre inseriti in un programma di profilassi attraverso un'iniezione mensile di anticorpi che, quest'anno, è stata anticipata». L'appello, dunque, è quello di non intasare i pronto soccorso, se i piccoli manifestano un semplice raffreddore, ma di rivolgersi al proprio pediatra. «Per un bambino di uno o due anni è un virus tanto quanto gli altri che circolano negli asili, che gestisce il pediatra di famiglia - aggiunge Callegaro -. Nel neonato può avere un'evoluzione più pesante». Per far fronte a questi numeri importanti, l'Ulss si è dotata di ulteriori presidi per l'ossigenoterapia.