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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Musile di Piave

Polemiche su tre consiglieri leghisti per la richiesta del bonus Inps da 600 euro

Tra loro c'è il vicegovernatore Gianluca Forcolin, il quale però avrebbe spiegato che la domanda è stata fatta a sua insaputa e che i soldi non gli sono arrivati

In queste ore si parla molto di tre richieste di bonus Inps da 600 euro che sono state inoltrate da altrettanti consiglieri regionali veneti della Lega: il vicegovernatore Gianluca Forcolin, di Musile di Piave, il trevigiano Riccardo Barbisan e il veronese Alessandro Montagnoli avrebbero fatto domanda per ricevere l'aiuto economico forfettario dedicato dal governo alle partite iva in difficoltà nel periodo della pandemia.

Forcolin, commercialista e tributarista, aveva fatto domanda con i contitolari del suo studio di San Donà, ma la sua richiesta era stata bocciata dall'Inps. Stando alla ricostruzione del Corriere, Forcolin ha spiegato di essere socio di uno studio associato di tributaristi e che nel periodo Covid lo studio ha richiesto, effettivamente, di ottenere le risorse previste dal governo. Alla fine, come detto, il vicegovernatore non avrebbe ottenuto il bonus. La richiesta, ha spiegato, sarebbe stata fatta dalla sua socia e lui lo avrebbe saputo solo ora.

Montagnoli e Barbisan, invece, il bonus lo avrebbero incassato. Barbisan - scrive TrevisoToday - si è giustificato spiegando pubblicamente la sua versione dei fatti: lo scorso 5 maggio avrebbe ricevuto un bonifico sul suo conto, arrivato dall'Inps. Dopo aver chiamato il commercialista, scopre che quest'ultimo aveva inoltrato la domanda per tutte le sue partite iva. A quel punto, il 6 maggio, Barbisan devolve i 600 euro al conto del Comune di Treviso per la famiglie in difficoltà. Montagnoli, invece, ha scritto in un post Facebook di aver «deciso con mia moglie di richiedere il bonus con l’intento fin da subito di devolverli per l’emergenza covid e a chi lavora nella protezione civile. Ho sbagliato: con il senno di poi ho fatto una leggerezza, ma in buona fede».

Anche se le richieste sono legittime è chiaro che la notizia, a un mese dalle elezioni regionali, crea un danno di immagine alla Lega. Da più parti viene fatto notare come sia stato poco opportuno che funzionari con lauti stipendi abbiano fatto domanda di aiuto statale. In queste ore il partito sta lavorando sulla composizione delle liste dei candidati alle elezioni. Ieri il governatore Zaia ha commentato: «Ho chiesto ai consiglieri di darmi un ragguaglio: parliamo di un bonus che, se incassi, ti poni dalla parte di chi va in difficoltà. Nel mio partito si affronterà questo tema, il segretario è stato chiaro, ha parlato di sospensione. Io faccio appello perché tutti chiariscano la propria posizione».

Una parte dell'opposizione ha criticato duramente i consiglieri coinvolti. Per Enrico Cappelletti, candidato presidente per il M5s alle regionali, è «un'azione ingiustificabile», ed è «una solenne presa in giro la giustificazione secondo la quale gli accrediti nei loro conti correnti siano avvenuti a loro insaputa». Anna Lisa Nalin, portavoce +Europa Veneto, ha scritto in una nota: «Pensiamo che sia uno sbaglio etico. Sarebbe bene che chi è chiamato in causa smentisca o si scusi, e non si ricandidi».

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