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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Brian Eno riceve il Leone d’oro alla carriera della Biennale musica

Ottiene il riconoscimento per «la ricerca sulla qualità, la bellezza e la diffusione del suono digitale». Il 22 ottobre la cerimonia di consegna del premio

La Biennale di Venezia assegna il Leone d'oro alla carriera a Brian Eno: compositore, musicista, produttore e artista visivo, Eno è considerato uno dei più importanti musicisti moderni. La Biennale ne ha riconosciuto «la ricerca sulla qualità, la bellezza e la diffusione del suono digitale e la sua concezione dello spazio acustico come strumento compositivo». A Miller Puckette - matematico, programmatore, teorico e performer - è attribuito invece il Leone d’argento «per l’ideazione e lo sviluppo dei software Max/Msp e Pure Data, due dei più importanti e diffusi programmi di informatica musicale che hanno fornito inedite possibilità a diverse generazioni di compositori, musicisti e artisti multimediali».

La premiazione è stata decisa dal Consiglio di amministrazione della Biennale che ha accolto la proposta di Lucia Ronchetti, direttrice del settore musica, in sintonia con il tema del 67. Festival internazionale di musica contemporanea (16 - 29 ottobre): Micro-Music, che mira a evidenziare «il fascino e la ricchezza espressiva del suono digitale». Alla cerimonia, che si è svolta il 22 ottobre nella Sala delle colonne di Ca’ Giustinian, hanno partecipato anche il presidente della Biennale Roberto Cicutto e l'assessore comunale Simone Venturini. Alla consegna è seguito un momento dedicato al dialogo tra il vincitore e il critico musicale Tom Service.

«Il lavoro compositivo di Brian Eno - si legge nella motivazione di Lucia Ronchetti - è dagli esordi concepito quale processo generativo che evolve secondo una dimensione temporale potenzialmente infinita, anticipando molte delle tendenze compositive legate al suono digitale». La musica registrata diventa «un immenso archivio di frammenti infinitesimali di suoni, infinita palette acustica disponibile per i compositori»: così «la musica generativa e ambientale è pensata da Brian Eno come la creazione concettuale di un seme, capace di svilupparsi, piuttosto che come un albero già progettato in tutti i dettagli, invocando la nascita di un paradigma compositivo ispirato alla biologia piuttosto che all’architettura, capace di auto-evolvere e generare costantemente nuovi paesaggi sonori».

Brian Eno ha ampliato il proprio percorso creativo interessando una molteplicità di discipline: pittura, scultura, videoarte. Un caleidoscopio espressivo messo in circolo dalle sue opere che hanno trovato ospitalità nei diversi festival della Biennale di Venezia: nel 1985 è stato alla 42. edizione (sezione Videomusica) con Thursday Afternoon, video painting di 80 minuti; l’anno dopo presenta una delle sue sculture visive, Installazione di suoni, luci e video, per la 42. Esposizione internazionale d’arte; di nuovo nel 2006 è invitato, questa volta alla Biennale musica, con una complessa video-installazione dislocata in tre ambienti inanellati uno nell’altro, Painting like Music. Quest’anno Brian Eno partecipa alla Biennale musica con la prima esecuzione assoluta del nuovo progetto Ships, insieme alla Baltic Sea Philharmonic diretta da Kristjan Järvi, l’attore Peter Serafinowicz, il collaboratore storico e chitarrista Leo Abrahams, il software designer Peter Chilvers.

Attorno a Brian Eno ruota Nothing Can Ever Be The Same, installazione generativa di video arte del filmmaker americano Gary Hustwit e dell’artista digitale britannico Brendan Dawes, visibile in prima assoluta dal 22 al 29 ottobre nelle Sale d’armi dell’Arsenale. Si tratta di un’opera video immersiva di 168 ore che usa musiche, arte, e altro materiale documentario di Brian Eno per costruire un’immensa tavolozza di suoni e immagini re-interpretati da un software generativo sviluppato appositamente. Opera d’arte visiva pionieristica, Nothing Can Ever Be The Same crea una convergenza in continua metamorfosi tra la creazione artistica e la sperimentazione digitale, offrendo una visione unica dello sviluppo dell’arte del compositore britannico.
 

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