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In terraferma si potranno costruire nuove abitazioni «per esigenze familiari»

Cioè nuove unità adiacenti a quella di residenza e destinate ai figli. Domande entro il 30 aprile

È stata approvata dalla giunta veneziana la delibera che dà la possibilità di presentare proposte per la realizzazione di unità residenziali fino ad un massimo di 800 metri cubi «che abbiano come finalità il soddisfacimento delle esigenze abitative delle famiglie». Il provvedimento vale «per tutti i privati di aree non edificate, ricadenti all’interno del tessuto consolidato o ad esso adiacenti, anche se a destinazione agricola», soltanto sulla terraferma del comune di Venezia.

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«Sostegno alla residenzialità»

In pratica, come ha specificato il sindaco Luigi Brugnaro, «la delibera permette a chi ha una casa nella terraferma veneziana di poterne costruire un’altra per i figli», dando un contributo alla residenzialità. Questo grazie a un adeguamento del piano degli interventi con specifiche previsioni che rendono possibile la realizzazione di unità residenziali con elevate caratteristiche energetiche. Le proposte vanno presentate entro il 30 aprile e indirizzate alla Direzione sviluppo del territorio e città sostenibile del Comune di Venezia.

Abitazioni per i familiari

Spiega l'assessore all'Urbanistica, Massimiliano De Martin: «L'iniziativa risponde ad una delle proposte arrivate in seguito ad un "concorso di idee" indetto dall'amministrazione nel 2016 finalizzato al miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Fra le quasi 600 proposte arrivate un numero consistente riguardava richieste di cittadini che chiedevano la possibilità di realizzare nuove unità abitative per i propri familiari. Questa categoria, però, non era contemplata in quell’avviso che riguardava esplicitamente proposte di trasformazione urbana di rilevante interesse pubblico, ed è per questo che è stato deciso di dare il via ad un nuovo avviso pubblico».

I dettagli

Come detto, l’avviso riguarda riguarda unicamente la terraferma e, in particolare, le zone agricole adiacenti agli ambiti di urbanizzazione consolidata. Stabilisce alcune condizioni per l’inserimento nel Piano degli Interventi (PI) come, tra le altre, la richiesta dell’atto abilitativo entro sei mesi dall’approvazione del PI, inizio lavori entro la scadenza del mandato amministrativo e il mantenimento della residenza per un certo numero di anni, pena la decadenza delle previsioni urbanistiche. Ciò per non impegnare irreversibilmente la quantità di superficie agricola utilizzabile assegnata dalla Regione Veneto con la nuova legge sul contenimento del consumo di suolo.

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