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Case pubbliche, a breve il tavolo tecnico e le modifiche alla legge regionale

Il 30 settembre presentate le criticità dai nuclei tecnici provinciali. Nel Veneziano circa 1300 sfratti negli alloggi Ater e oltre 700 in quelli comunali. Timore per la mobilità obbligatoria

Seimila i nuclei famigliari a rischio sfratto, nelle case pubbliche in Veneto, e affitti rincarati per circa l'80% degli inquilini. Rifatto il punto della situazione, giovedì alla Cgil di via Peschiera a Mestre, in attesa del tavolo tecnico regionale che dovrebbe essere convocato a breve dall'assessore Manuela Lanzarin. Oltre alle Ater saranno anche i sindacati Sunia Cgil, Sicet Cisl e Uniat Uil a portare le criticità all'esame della Regione. E ad avanzare richieste. Dopo il vaglio della giunta queste andranno in seconda commissione, per metà mese, come annunciato da Lanzarin, terminando l'iter in Consiglio dove si saprà se e quali correttivi verranno applicati alla disposizione.

La mobilità

«La legge 39 del 2017 va modificata anche in entrata, oltre che per la permanenza, sulla soglia Isee ora a 20 mila euro - spiega Paolo Righetti della segreteria Cgil Veneto -. E vanno cambiati i criteri di riferimento per il calcolo del valore dell'immobile, che non tengono conto della collocazione delle case, della loro vetustà e dei lavori fatti dagli inquilini. Ci preoccupa anche la mobilità, ora diventata obbligatoria in caso di nuclei non più congrui alle caratteristiche delle abitazioni. Il contraccolpo per chi si deve spostare, ancor più se immaginiamo anziani, potrebbe essere insostenibile».

Domanda e offerta

Critico il sindacalista anche sul divario fra domanda e offerta. «A fine 2017 quasi 15 mila domande sono state presentate in Regione per l'alloggio pubblico, e di queste sono state soddisfatte un migliaio, mentre 14 mila sono rimaste inevase. L'offerta è troppo bassa - dice Righetti - ed è anche inadeguata a fronte delle mutate situazioni con nuclei monoparentali, coppie, giovani. Serve una programmazione e un investimento finanziario. Voci inesistenti nel bilancio previsionale 2020-2022 e nella legge di bilancio del 2020. La carenza non può essere colmata mandando fuori inquilini dagli alloggi ma recuperando il patrimonio di 4 mila alloggi sfitti, lasciati nell'abbandono».

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