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A Roma 300 lavoratrici e lavoratori per la sicurezza, ricordando Giuliano

Cgil, Cisl e Uil: «In Veneto, nei primi 8 mesi 2022, 65 gli incidenti mortali e 57.857 gli infortuni. In piazza Santi Apostoli sabato a Roma per dire stop ai morti sul lavoro e agli incidenti letali che colpiscano addirittura gli studenti»

Sabato erano 300 le lavoratrici, i lavoratori, e i responsabili per la sicurezza veneti alla manifestazione nazionale unitaria di Roma per la Salute e la Sicurezza. In Veneto, nei primi 8 mesi del 2022, sono stati 65 gli incidenti mortali e 57.857 gli infortuni. In piazza Santi Apostoli a Roma, Cgil Cisl e Uil hanno organizzato la mobilitazione per dire: «Stop ai morti sul lavoro, e agli incidenti letali che colpiscano addirittura gli studenti che, in qualunque forma, frequentano le nostre imprese». La memoria torna subito all'incidente mortale costato la vita allo studente 18enne di Ceggia, Giuliano De Seta, che ha perso la vita il 16 settembre mentre era in alternanza scuola-lavoro, con un progetto di Pcto, alla Bc Service di Noventa di Piave.

A livello nazionale, i numeri di quest'anno, ancora lontano dal concludersi, sono terribili, affermano le sigle confederali: 600 morti, 400.000 infortuni, il 77% di irregolarità aziendali. Non vanno certo meglio le cose in Veneto, dove tra gennaio e agosto - dati Inail - gli infortuni mortali, compresi quelli in itinere, sono stati 65, con un incremento del 3% rispetto al 2021. E manca il mese di settembre, nel corso del quale gli incidenti letali sono ulteriormente aumentati.

«Proprio a settembre ‒ commentano Silvana Fanelli, Luca Mori e Carlo Biasin di Cgil, Cisl e Uil del Veneto ‒ ha perso la vita Giuliano, mentre stava maturando crediti formativi in un'azienda di Noventa di Piave. Abbiamo considerato quella tragedia un punto di non ritorno e abbiamo ulteriormente implementato la nostra mobilitazione, proclamando uno sciopero di tutte le categorie nella giornata del suo funerale. Non possiamo accettare che si continui a morire sul lavoro e che gli infortuni letali colpiscano addirittura gli studenti che, in qualunque forma, frequentano le nostre imprese. Su un tema così decisivo, da cui dipende lo stesso livello di civiltà del nostro Paese, ci battiamo da tempo e abbiamo ottenuto il rinnovo del protocollo per la sicurezza con la Regione Veneto, che va applicato con rigore. Ma non basta».

Esiste, affermano Cgil, Cisl e Uil, «una questione culturale che deve portare tutti (sindacati, parti datoriali, Istituzioni) a rifiutare radicalmente che si possa morire per guadagnarsi da vivere». Poi il richiamo a una politica di prevenzione. «Occorre intervenire prima che l'infortunio si verifichi, eliminando le situazioni di pericolo e applicando tutta la tecnologia disponibile che può farci fare passi in avanti per eleminare questa vera e propria piaga del nostro sistema produttivo. Per questa ragione, non solo abbiamo condiviso la scelta della manifestazione nazionale, ma l'abbiamo sollecitata e contribuito ad organizzarla. Durante la settimana si sono svolte manifestazioni, presidi e incontri con i prefetti delle province venete. Sabato abbiamo chiesto al governo, appena formato, di mettere tra le priorità irrinunciabili del proprio programma la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro».

Landini, Sbarra Bombardieri da destra-2

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