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Stagionali e colf, via al decreto flussi per i lavoratori stranieri: «Ma non basta»

Lunedì il primo dei tre "clickday". Quest'anno 150 mila regolarizzazioni in tutta Italia, 2000 a Venezia. Le categorie: «Serve più programmazione». Dopo il Covid, tornano gli stagionali nel turismo

Lunedì 18 marzo è il primo dei tre "clickday" previsti per il "decreto flussi" 2024, cioè il sistema del ministero dell'interno che permette l'ingresso regolare di lavoratori immigrati sul territorio (ma divenuto già da tempo un modo per regolarizzare lavoratori già presenti sul territorio, ma non regolari). Quest'anno sono 151 mila gli ingressi autorizzati in tutta Italia, 2mila circa nella provincia di Venezia: un aumento dei numeri costante negli ultimi anni, dovuto alla necessità crescente di manodopera. Il 18 marzo sarà il turno delle domande per i lavoratori subordinati non stagionali (dagli autotrasporti alla cantieristica), il 21 marzo per l'assistenza familiare in ambito sociosanitario, e il 25 marzo per il lavoro subordinato stagionale, in particolare turistico e agricolo. Ma, seppur le categorie economiche siano felici del graduale miglioramento, i dubbi sullo strumento del clickday superano l'ottimismo.

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Nel settore turistico, l'ottimismo è dovuto più che altro a un'inversione di tendenza, alcune figure che si erano allontanate dopo la pandemia stanno ritornando. Complici diversi fattori, come la fine dei sussidi post pandemici e del reddito di cittadinanza, ma anche, secondo Massimiliano Schiavon, presidente di Confturismo Veneto e di Federalberghi in regione «forse gli imprenditori hanno capito che bisogna avere un atteggiamento attivo per reclutare personale, non bastano i vecchi metodi. Ci sono piattaforme online che stanno funzionando piuttosto bene». La bocciatura del "clickday" per il reclutamento di lavoratori stranieri però è piuttosto netta, «un sistema che indispone gli operatori senza avere nessuna garanzia - spiega Schiavon - è come giocare alla lotteria»: inserire istanze in fretta, dalle 9 alle 18, senza sapere se il tutto andrà a buon fine, perché non c'è spazio per tutti i lavoratori stranieri che le imprese vogliono assumere. Secondo Schiavon, si deve fare una programmazione seria nei paesi d'ingresso, attraverso formazione in loco su lingua italiana e altre competenze, ma anche prendere atto della situazione vigente, cioè del calo demografico in atto: «Il grande assente è lo Stato, che non programma - conclude Schiavon - e punta su questi "clickday", che vanificano domanda e offerta, e non possono funzionare col lavoro stagionale: a volte le autorizzazioni arrivano a stagione finita».

Anche per Federica Senno, presidente di Cia Venezia, la confederazione agricoltori, il "clickday" serve a poco: «Da noi ne arrivano troppo pochi, e questo non aiuta, molti vengono assorbiti, nel veneziano, dal settore turistico e ricettivo» e questo nonostante un aumento esponenziale dei numeri negli ultimi anni. Erano 20 gli ingressi per l'agricoltura veneziana nel 2019, sono 600 quest'anno. «Il lavoro agricolo è duro e faticoso, non è facile trovare persone interessate». Per Cia Venezia, la soluzione, di fronte a un settore strutturalmente stagionale, è la sburocratizzazione dei contratti. Un ritorno dei voucher, o sistemi simili, che consentano di far lavorare regolarmente ma senza oneri eccessivi. «I voucher sono stati eliminati perché se ne è fatto un abuso, l'agricoltura ne faceva un uso corretto ed è rimasta penalizzata» dice Senno. 

Sul come reclutare lavoratori, naturalmente le opinioni sono diverse e le soluzioni facili latitano. Per Massimiliano Schiavon c'è la necessità di «parlare ai giovani in maniera diversa, rimettere in moto l'ascensore sociale» ma non solo. Schiavon per esempio nota che agli stagionali viene spesso impedito di accendere un mutuo e comprare casa. Mentre il costo eccessivo di affitti e alloggi rende necessario ormai, per i datori, pensare anche a quello, magari con foresterie ad hoc. «Servono alloggi consoni e dignitosi, nessuno è disposto a lavorare come accadeva qualche decennio fa».

Per quanto riguarda il "clickday", il problema di fondo è chiaro, come confermato dai due presidenti: avere numeri fissi, per una domanda che non incontra l'offerta, porterà diverse persone a rimanere nell'irregolarità. Un sistema che finisce per favorire caporalato e assenza di sicurezza. L'anno prossimo gli ingressi "consentiti" saranno 165 mila, 15 mila in più del 2024.

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