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Lavoro

Calano gli infortuni sul lavoro in Veneto, «ma la frenata è troppo lenta»

Nel 2023, in provincia di Venezia, sono stati denunciati 11.700 infortuni a fronte degli oltre 69mila di tutto il Veneto, 20 quelli mortali

Più di 3 lavoratori ogni 100, in Veneto, hanno denunciato nel 2023 infortuni subiti nei luoghi di lavoro: un dato in lieve calo rispetto all’anno precedente, come lo sono anche il loro valore assoluto e gli infortuni mortali. È quanto emerge da un'analisi effettuata dalla Fondazione Corazzin, centro studi della Cisl Veneto, analizzando i dati regionali di Inail.

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I numeri continuano però a essere allarmanti: «Il calo del trend c'è - ha spiegato il segretario regionale, Gianfrnaco Refosco - ma è troppo lento». C'è la necessità «di fare un salto di qualità, ma servono le azioni giuste: formazione a lavoratori e datori di lavoro, investimento nella vigilanza e collaborazione tra rappresentanti dei lavoratori, delle imprese e le istituzioni».

Gli infortuni con esito mortale contano una maggiore incidenza tra gli occupati stranieri rispetto a quelli italiani. A essere più colpita è la fascia d'età tra i 55 ai 64 anni, per lo più uomini, in particolari nei settori di costruzioni, trasporto, agricoltura e manifatturiero. Tra i territori più critici, in questo senso, ci sono la provincia di Venezia e Verona.

Quasi 12mila denunce di infortunio nel Veneziano

Guardando al dettaglio, lo scorso anno sono stati 69.643 gli infortuni denunciati in Veneto, di cui 58.214 accaduti in occasione di lavoro, la restante parte "in itinere", ossia negli spostamenti tra casa e lavoro. In provincia di Venezia le denunce sono state 11.700, in calo rispetto alle 15.376 dell'anno precedente (dato che tuttavia comprende anche gli "infortuni Covid"). Gli infortuni mortali, nel 2023, sono stati 20, a fronte di un dato complessivo di 101 in tutto il territorio regionale (72 sul posto di lavoro e 29 "in itinere").

Tra gli elementi di indagine della Fondazione emerge anche il dato sugli infortuni gravi, spesso trascurato: si tratta di incidenti che causano importanti menomazioni, che impattano pesantemente sull’autosufficienza della persona e sulla sua famiglia, oltre a comportare costi sociali e sanitari. Gli ultimi dati Inail disponibili, del 2022, dicono che i casi riconosciuti con una menomazione superiore al 26% - ossia "con danno biologico permanente in grado di ridurre in modo definitivo e non recuperabile le funzionalità della persona lesa" - sono quasi il doppio rispetto a quelli con esiti mortali riconosciuti: 158 a fronte di 84.

Le malattie professionali

Sul fronte delle malattie professionali, in Veneto, le denunce sono passate da 3.919 nel 2022 a 4.633 nel 2023, ossia 2,1 lavoratori ogni mille, con un aumento del 18,22%. La crescita del dato è da leggere anche «nell'importante azione sindacale per sensibilizzare quelle persone che facevano meno attenzione alle condizioni lavorative», ha precisaro Refosco. Poco più della metà (51,77%) delle malattie professionali denunciate nel 2022 - ultimo dato disponibile - è stata riconosciuta, dato in calo rispetto al precedente anno che registrava una percentuale del 61,87%. Da sottolineare che le denunce con decesso del lavoratore sono state, nello stesso anno, 67 (+26,42%).

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