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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Sette domande a Valentina Mira, autrice del libro "Dalla stessa parte mi troverai"

La scrittrice romana Valentina Mira ha recentemente presentato la sua ultima opera al Centro Culturale Candiani di Mestre

Lo scorso 16 marzo il Centro Culturale Candiani ha ospitato la scrittrice Valentina Mira nel contesto della rassegna letteraria “Ad Alta Voce”: accolta con entusiasmo dai lettori mestrini, l’autrice romana ha presentato il suo ultimo libro, Dalla stessa parte mi troverai (SEM, 2024). 

Accompagnata dalle letture delle Voci di Carta, Mira ha raccontato la genesi della sua seconda opera, che ne conferma il talento autoriale, già evidente in X (Fandango Libri, 2021), il suo potentissimo esordio divenuto ben presto un vero e proprio caso letterario. 

Dalla stessa parte mi troverai racconta di un amore profondo, quello tra Rossella Scarponi e Mario Scrocca, interrotto dall’improvvisa morte dell'uomo, un giovane infermiere sindacalista, avvenuta nel 1987 all’interno di una cella antimpiccagione del carcere di Regina Coeli e decretata frettolosamente come "suicidio". Scrocca era stato arrestato il giorno prima perché accusato dell’omicidio di due attivisti di estrema destra, avvenuto nel gennaio del 1978 davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano nel quartiere Appio Latino di Roma. Le imputazioni vennero mosse sulla base delle rivelazioni di una quattordicenne, che accusò un certo "Mario riccio e bruno", ma che non riconobbe lo stesso Scrocca nel corso del riscontro fotografico.

Quello di Dalla stessa parte mi troverai è il racconto dell’incontro tra Valentina Mira, che è cresciuta dalle parti di Acca Larentia e che in passato ha frequentato dei neofascisti portandosi tuttora dentro le cicatrici di quelle frequentazioni, e Rossella Scarponi, che nella sua vita non ha mai smesso di lottare affinché la verità sulla morte di Mario Scrocca non venisse sepolta sotto pesanti coltri di omertà e silenzio.

L'intervista

Come è stato presentare Dalla stessa parte mi troverai a Mestre? Hai trovato un'accoglienza positiva e un pubblico interessato?

Elisa e Martino della Mondadori Bookstore di Mestre sono tra i miei librai del cuore: ero già stata loro ospite per la presentazione di X e tornarci è stato bello. Un ambiente pieno di cura (ti dico solo che hanno fatto dei segnalibri con un qr code che porta al documentario che cito nel libro), loro due sono anche delle persone in grado di scegliere da che parte stare quando c’è da farlo. In sala c’era molta gente ed erano tutte persone interessate, sono stata felice. Bruna delle Voci di Carta è brava e simpatica, abbiamo parlato di Chioggia e di storie di vongole e pirati. La verità è che sono innamorata di questa zona d’Italia – ho infatti scritto Dalla stessa parte mi troverai a Padova – e sono contenta quando posso tornarci.

Perché è importante raccontare la storia di Rossella Scarponi e Mario Scrocca? 

Per me è fondamentale. A partire dal fatto che, altrimenti, tutto ciò che è legato ad Acca Larentia è lasciato all’autonarrazione vittimistica dei fascisti, e questo mi sembra grave. Quella di Mario Scrocca – che sua moglie Rossella ha portato e porta tuttora avanti – è memoria antifascista e riguarda anche discorsi universali, mai risolti, come ad esempio il tema del carcere. È una storia importante che appartiene alla collettività, di cui forse ci si doveva prendere cura con più forza, senza lasciare questo onere a chi l’ha vissuta. Ma forse (come dice Tiziano, il figlio di Mario e Rossella), meglio tardi che mai.

In un articolo pubblicato su Valigiablu.it hai scritto che «Un libro è sempre un modo per spezzare un silenzio. E sempre la mia scrittura è stata un tentativo di fare esattamente questo: rompere un silenzio». Credi che in Italia ci sia una precisa volontà – magari politica – di coprire talvolta con il silenzio alcune storie? Pensi che ci siano alcuni episodi della nostra storia recente che più di altri rischiano di venire 'dimenticati' dalla memoria collettiva? E se sì, perché?

Assolutamente sì. I motivi sono tantissimi e dipendono dalle concomitanze che una storia si è trovata attorno. Non sono sicura che con Meloni al potere – Meloni che nel 2008 poneva una corona di fiori sull’enorme croce celtica che sta ad Acca Larentia – una storia come quella che racconto si presti a essere pubblicizzata su ogni giornale, non so. Detto questo, l’importante era che raggiungesse i lettori e le lettrici. 

Leggendo "Dalla stessa parte mi troverai" mi sono stupita positivamente di come la storia narrata si intrecci alla perfezione con la tua storia personale e non ho potuto fare a meno di pensare a titoli come Compulsion di Meyer Levin e A sangue freddo di Truman Capote, insomma a tutto quel filone letterario della cosiddetta non-fiction novel. A tal proposito, ti sei ispirata a qualche autore/autrice? Pensi che una narrazione di questo tipo sia più efficace nel veicolare alcuni messaggi?

Ti ringrazio moltissimo, è molto lusinghiero essere paragonata agli autori che citi. Allora forse mi sentirò meno in imbarazzo nel dichiarare un modello letterario che avevo in testa mentre scrivevo; con tutte le proporzioni del caso, mi piaceva molto come in La città dei vivi Nicola Lagioia intrecciava l’io narrante, mettendolo a disposizione della Storia e della storia stessa raccontata, in quel caso un noto episodio di cronaca nera. Per rispondere alla tua domanda: non so se sia più efficace nel veicolare alcuni messaggi, ma so che per Dalla stessa parte mi troverai avevo necessità di spiegare come mai io, una persona nata nel 1991, mi mettessi a parlare di una storia iniziata negli anni Settanta, e anche di fare i conti col neofascismo intorno a me, quello attuale, per evitare che si riproducesse anche nel mio libro quel negazionismo che si porta avanti altrove.  

Hai esordito giovanissima nel 2021 con X, un libro potentissimo che è diventato un vero e proprio caso letterario. Come è cambiata la tua vita – o semplicemente la tua attività di autrice – nel corso di questi anni? 

Domanda difficilissima. Voglio darti una risposta onesta: io sono molto timida e mi piace stare per conto mio, per cui la cosa più nuova e a cui fatico a trovare posto nella mia testa sono le presentazioni. Sono innamorata del mio lavoro e quando scrivo un libro lo faccio a tutte le ore, esiste solo quello. Ma le presentazioni, benché siano un momento di confronto a cui non rinuncerei mai (e avere un microfono in mano per chi per indole e posto nella società è sempre stata zitta è una cosa simbolicamente potente), mi mettono in crisi. Lotto continuamente con la voglia di bere per stemperare, dopo. E quando una persona fa una presentazione al giorno è meglio che non beva. Quindi sì, la cosa che è cambiata di più è che sono diventata più rigida nel dire di no a una birra dopo, per paura che diventino molte più d’una. Penso che quando ti tirano fuori dal guscio devi stare attenta a rimanere te. Non lo so, lo suppongo, lo dico a bassa voce.

A tuo modo di vedere, questo paese incoraggia le giovani voci ad esprimersi attraverso la letteratura o è sempre più difficile riuscire a comunicare?

Allora, premettendo che ho quasi 33 anni e non mi sento giovane, penso che: assolutamente no! Posso dire del mio ambito: io ho esordito dopo altri due tentativi andati a vuoto, nella letteratura c’è comunque un tappo dato dalla classe sociale, mi pare. E i pagamenti sono pochi e arrivano in ritardo, servirebbe una forma di organizzazione tra autori e autrici per far rispettare i nostri diritti, ma temo che molti siano effettivamente ricchi di famiglia e che questa volontà non sia maggioritaria. Quindi, più che un discrimine d’età mi pare ce ne sia uno – il solito – di classe.

Stai già lavorando a qualche opera? Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sono in quella fase in cui tre idee si rincorrono nella mia testa e penso con entusiasmo a ognuna, senza però essere sicura di quale realizzare prima. In realtà, tra queste c’è un libro che vorrei scrivere da tempo. Appena le presentazioni mi lasciano tregua, non vedo l’ora di scoprire se sono in grado di scriverlo.

Chi è Valentina Mira

Romana, classe 1991, Valentina Mira è laureata in Giurisprudenza e ha esordito nel mondo della narrativa con X (Fandango Libri, 2021), divenuto un vero e proprio caso letterario. Ha lavorato nei call center, come cameriera e come rider mentre collaborava per vari giornali, tra cui il manifesto, il Romanista e il Corriere della Sera. Attualmente scrive di cinema e serie tv per la Radiotelevisione svizzera. Il suo ultimo libro è Dalla stessa parte mi troverai (SEM, 2024).

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