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Gli studenti dell'Accademia di Belle Arti ripensano il "Prometeo" di Luigi Nono | VIDEO

In occasione del centenario della nascita del compositore veneziano Luigi Nono, apre al pubblico la mostra "Prometeo possibili" ai Magazzini del Sale 3, visitabile dal 27 gennaio al 16 marzo 2024

In occasione del centenario della nascita del compositore veneziano Luigi Nono, l'Accademia di Belle Arti di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Archivio Luigi Nono e l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) - La Biennale di Venezia, apre al pubblico la mostra Prometeo possibili ai Magazzini del Sale 3, visitabile dal 27 gennaio al 16 marzo 2024. 

L'esposizione offre un percorso di approfondimento e di rielaborazione creativa multimediale tra i materiali documentativi dell'opera Prometeo. Tragedia dell'ascolto, riallestita dalla Biennale di Venezia come progetto speciale del suo Archivio Storico (ASAC) dal 26 al 29 gennaio 2024 nella Chiesa di San Lorenzo a Venezia (ora Ocean Space), dove si tenne la prima esecuzione nel 1984, insieme alla riproduzione di importanti documenti d'archivio e a installazioni originali realizzate dagli studenti del corso di Decorazione B dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, che si sono occupati dell'ideazione, progettazione e realizzazione di tutti i contenuti multimediali sotto la guida del professor Gaetano Mainenti, e con la collaborazione degli studenti del corso di Nuove Tecnologie dell'Arte per la realizzazione dei supporti grafici informativi.

I documenti relativi al nuovo riallestimento 2024 del Prometeo – trenta tavole messe a disposizione in esclusiva dall'ASAC – aprono la prima delle sette sezioni in cui si articola la mostra. La seconda sezione è dedicata alla prima esecuzione di Prometeo. Tragedia dell'ascolto del 1984, realizzata con la collaborazione di Massimo Cacciari per i testi, Renzo Piano per l’allestimento ed Emilio Vedova per le luci. In questa sala è a disposizione del pubblico il video di quella memorabile rappresentazione, insieme ad una selezione dei disegni progettuali dell'imponente struttura progettata da Piano, conosciuta come "la nave" o "l'arca". 

Seguono nel percorso espositivo due suggestive installazioni nella terza e quarta sala. La prima è formata da cinque isole che raccolgono i materiali relativi all’indagine sullo spazio, sul suono, sulla transizione tra colori, sui testi e sulla struttura stessa del Prometeo. L'arcipelago documentale che così si configura può essere esplorato tramite diverse, possibili mappe scritte come in una partitura musicale, in cui i colori “scoprono, svuotano, riempiono lo spazio", in una scansione governata da precisi ritmi e pause. Nella seconda invece protagoniste sono acqua, specchi, luci e parole, che riflettono la scrittura di Luigi Nono “frammentata” in proiezione da una frequenza sonora.

Nella quinta sala il focus è sulla riproduzione su tela di grandi dimensioni di una cartolina del dipinto La lavanda dei piedi di Tintoretto su cui Nono è intervenuto annotando i vari contrasti prospettici: una vera e propria "esplosione" di punti di vista che è stata la base per la costruzione a isole del Prometeo.

Due monitor quindi immergono i visitatori nei paesaggi che Nono osservava e fotografava durante il processo di progettazione dell'opera dalle finestre dei suoi studi di Venezia e Friburgo, tra il 1976 e il 1984, e la proiezione di alcune lettere che il Maestro ha scritto a Renzo Piano e a Claudio Abbado per avviare la realizzazione dell'opera nella Chiesa di San Lorenzo.

Il percorso espositivo si chiude con un allestimento multimediale di videoproiezioni e spazializzazione del suono nel quale emerge la scrittura di Nono, accompagnata dalle voci degli studenti che hanno realizzato l’esposizione.

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