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Domenica, 28 Aprile 2024
Prevenzione

Screening del colon-retto, l'invito dell'Ulss 3: «È un esame che salva la vita»

È rivolto agli utenti di entrambi i sessi nella fascia di età 50-69. Al momento l'adesione è poco oltre il 50%, l'azienda lavora per migliorare il dato: «La prevenzione abbatte i casi di tumore»

Gli esami preventivi permettono di salvare delle vite, e con le nuove tecnologie si dimostrano sempre più efficaci. Lo ribadisce l'azienda Ulss 3, che in queste settimane è impegnata in una campagna con l'obiettivo di esortare la popolazione a sottoporsi allo screening del colon-retto. «È rivolto agli utenti tra i 50 e i 69 anni di età, sia donne che uomini - riepiloga la dottoressa Melania Lorio, direttrice dell'unità screening oncologici -. Una lettera a casa invita a recarsi in farmacia e ritirare un kit con un campione che va intinto nelle proprie feci e poi riconsegnato alla stessa farmacia». Se il risultato è negativo non c'è bisogno di fare altro. «In caso contrario - prosegue Lorio - l'utente riceverà una telefonata per fissare un appuntamento per la colonscopia, che rivelerà la presenza di eventuali lesioni» e a quel punto si valuterà un intervento per rimuoverle. Tutta la procedura è gratuita.

Questi accertamenti (vale anche per lo screening mammografico e quelli della cervice uterina) sono utili se fatti su soggetti asintomatici, prima del sorgere di eventuali sintomi: «La prevenzione va fatta durante la fase di buona salute - spiega il dottor Vittorio Selle, direttore del dipartimento -. Nell'Ulss 3, su una popolazione di 611mila abitanti, registriamo 529 nuovi casi all'anno di tumore al colon-retto, ovvero 86,5 ogni 100mila abitanti. Il problema è che troppe volte li scopriamo troppo tardi, quando la malattia è già manifesta». Nel 2022, su circa 82mila utenti invitati a eseguire lo screening, l'adesione è stata del 48% e ha permesso di individuare 24 lesioni maligne e 201 lesioni pretumorali, quando si è ancora in tempo per intervenire. Se l'adesione fosse stata in linea con il dato regionale, che è del 62%, si stima che le diagnosi salirebbero a 36 lesioni maligne e 287 pretumorali: persone che avrebbero molte più possibilità di salvarsi.

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Una ulteriore dimostrazione si evince dal confronto tra i distretti: guardando al periodo 2017-2021, a Venezia-Mestre il tasso di mortalità è stato di 4 ogni 10mila abitanti, con un'adesione media del 45% agli screening preventivi; a Mirano-Dolo, dove l'adesione media è stata del 57%, il tasso di mortalità è stato di 2,9 ogni 10mila abitanti. «Dove le persone aderiscono di più, abbiamo un minor numero di tumori e di morti», conclude Selle. Nel 2023, fino all'8 novembre, l'adesione nell'Ulss 3 è stata del 50,6%. I prossimi due mesi saranno decisivi per migliorare questo dato, tanto che l'azienda sanitaria sta sollecitando circa 5mila persone a eseguire la procedura.

«È lo screening che ha il miglior rapporto tra costo ed efficacia - aggiunge il dottor Francesco Bortoluzzi, referente aziendale degli screening colon-retto - e la prima fase consiste semplicemente nella verifica della presenza di sangue nelle feci. Poi eventualmente segue l'esame di secondo livello, che costituisce un carico emotivo più pesante per il paziente ma che comunque non causa dolore perché eseguito in stato di sedazione cosciente. E permette di ridurre in modo significativo la mortalità per questo tipo di tumore. Su 40mila aderenti - specifica Bortoluzzi - il tasso di positività del sangue nelle feci è del 5%, quindi eseguiamo circa 2mila colonscopie; nel 30% di queste si trova una lesione che necessita di un follow up».

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