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Martedì, 30 Aprile 2024
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Un cuore umano su una colonna di Venezia: è la storia di un matricidio del XVI secolo

Un graffito sul muro di uno degli edifici più importati della città come testimonianza di un assassinio accaduto in passato

Si trova alla base di una colonna all'ingresso di uno degli edifici veneziani più belli e importanti della città, è un'incisione, a 30 cm da terra nel bel mezzo del sestiere di Castello. Bisogna essere attenti per vederla, avvicinarsi e scovare tra le crepe del marmo una figura umana con in mano un cuore. Si tratta di un cuore umano e la storia che racconta questo piccolo diesgno su muro è quella di un fatto di cronaca realmente accaduto. 

La maggior parte delle persone lo conoscono come "il cuore umano dell'ospedale di Santi Giovanni e Paolo" ma per chi non dovesse conoscerne la storia, quella di questo graffito è una testimonianza ancora viva di un assassinio del XVI secolo fermato nel tempo da un vecchio scalpellino di nome Cesco che, dopo aver perso la moglie nel 1501, soleva dormire e passare le sue giornate sui gradini di quella che una volta era conosciuta come Scuola Grande di San Marco alla cui realizzazione della facciata aveva lui stesso partecipato. Una sera Cesco fu testimone di un matricidio avvenuto proprio davanti ai suoi occhi: un ragazzo per metà ebreo e per metà veneziano pugnalò sua madre e le strappò il cuore dal petto dopo un atto d'ira. Sconvolto da quanto accaduto, il ragazzo, restò con il cuore nella sua mano sinistra per alcuni momenti prima di fuggire verdo il ponte ancora presente a lato dell'odierno ospedale.  La leggenda vuole che correndo il ragazzo cadde a terra e lo stesso cuore della mamma pronunciò le parole "figlio mio, ti sei fatto male?". All'ascolto di ciò, il ragazzo in preda alla paura si buttò in laguna per morire affogato. 

A scolpire su pietra questo agghiacciante fatto di cronaca in tempo reale fu lo stesso scalpellino che assistì a tutta la scena dai gradini della Scuola Grande di San Marco e, impressionato, disegnò sulla colonna della facciata dell'edificio un uomo di profilo e con un turbante in testa che tiene nella sua mano sinistra un cuore umano. Il turbante è un elemento chiave per identificare il ragazzo con il figlio di una donna veneziana avuto con un ebreo diventato, poi, turco che soleva vestirsi con l'abbigliamento tipico di questa cultura e che, proprio per il suo essere diverso, non si sentiva accettato dalla società e spesso finiva col picchiare la madre che, ogni volta, lo perdonava, cosa che continuò a fare anche da morta dopo essere stata usccisa da lui. 

incisione cuore

Nella colonna di fronte a quella che ospita la storia di questo cuore umano di madre strappato dal suo stesso figlio ci sono altre incisioni che mostrano delle navi che testimoniano che campo San Giovanni e Paolo, era il luogo in cui venivano imbarcate e sbarcate le merci e lo sappiamo è ancora una volta merito di Cesco. 

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