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Domenica, 28 Aprile 2024
L'analisi

Turismo, nel 2023 è record: ma calano Venezia e le città

Boom dei campeggi e dei mesi di maggio e settembre, male l'estate, ma il turismo balneare continua a trainare i pernottamenti nel veneziano. Il vulnus dei dati sugli "Airbnb" non registrati

In Veneto, nel 2023, il turismo è andato meglio del 2019: le “presenze”, cioè i pernottamenti, sono state 71,9 milioni, contro le 71,2 del precedente anno record prepandemico. Un risultato per nulla scontato (a livello nazionale, il turismo nel 2023 ha segnato numeri inferiori al 2019) che dimostra la solidità del sistema turistico veneto. Ma che non deve far pensare che tutto sia tornato come nel pre Covid: il dato regionale positivo nasce da una somma di dati diversi, a partire dalla “destagionalizzazione” che porta più turisti a muoversi in maggio, settembre e ottobre, e dal boom continuo del comprensorio del Garda. Nel Veneziano, ad esempio, cala il capoluogo, Venezia, mentre crescono Caorle o Cavallino Treporti. Vediamo qualche dato, da interpretare tenendo conto che si parla di pernottamenti nelle strutture ricettive: affitti brevi non registrati e seconde case non sono conteggiati.

La frenata di Venezia

La città lagunare segna nell’anno 2023  un numero di pernottamenti nettamente inferiore al pre pandemia, pur attestandosi su un numero comunque enorme: 13 milioni e 360mila contro i 13 milioni e 800mila del 2019 (che, si ricorda, comprendono anche il Lido). In tutti i mesi dell’anno, tranne febbraio, aprile e dicembre, i numeri dei pernottamenti, nonostante una massiccia presenza di americani, sono stati inferiori al 2019. Sono calati i pernottamenti degli stranieri, e anche degli italiani. Tutto ciò nonostante gli “arrivi” cioè le persone che hanno dormito, siano lievemente aumentati. Al netto dei dati che possono essere in parte falsati dalla presenza di bnb e affittacamere abusivi, è il segno che il turismo “lento” fatto di vacanze lunghe in laguna fatica a radicarsi. D'altra parte, con Venezia, scendono, seppur di poco rispetto al 2019, anche Padova e Verona. Complici anche le temperature che, nei mesi estivi, rendono le città sempre meno attrattive.

Chi sale: Cavallino, Caorle e Chioggia

Tra chi è salito, si segnala Cavallino Treporti, che cresce tantissimo, passando dal 6 milioni e 270mila presenze del 2019 a 6 milioni e 818mila del 2023: +7%. Il boom è dovuto in particolare a una crescita di oltre l’80% sui mesi di maggio e ottobre, molto sostenuta anche a settembre, capace di compensare alla lieve diminuzione dei pernottamenti in luglio e agosto (registrata qui come in tutta la regione e in quasi tutta Italia). E sicuramente ha beneficiato della crescita del turismo all'aria aperta dovuto al cambio di abitudini negli anni del Covid.

Un trend simile si registra a Caorle, +5% delle presenze nel corso dell’anno, sempre con cali lievi ma visibili in estate, e aumenti molto forti nei mesi primaverili e autunnali. In entrambi i comprensori, il “rimbalzo” nei mesi in questione era già visibile l’anno scorso, pur ancora in assenza di una quota importante di stranieri che quest’anno hanno determinato il nuovo record. Si va in spiaggia, ormai, sempre meno in estate, sempre più fuori da quella che era l’alta stagione. 

Cresce di molto anche Chioggia, +17%, toccando un milione e 670mila presenze. La crescita in questo caso non è legata solo ai mesi di maggio, settembre e ottobre, in cui pure si registra una forte crescita, ma a un trend positivo sul 2019 che continua dal 2021, e appare legato alla fidelizzazione di nuovi clienti, soprattutto stranieri (seppur gli italiani qui continuino a rappresentare la quota più importante dei pernottamenti, e anch’essi in crescita).

Jesolo, Eraclea e Bibione

Limitandoci a questa analisi dei dati "freddi", si nota che Bibione cala invece di poco, da 5 milioni e 850mila a 5 milioni e 450mila, soprattutto a causa di un massiccio calo dei pernottamenti degli italiani (-20%), che pure erano e sono sempre più una quota marginale dei pernottamenti nella località (circa 1/5 del totale). Non batte i suoi record neppure il complesso Jesolo-Eraclea (l’associazione è degli uffici statistici della regione), fissati nel 2018 a 6 milioni e 485mila pernottamenti. Nel 2023 si ferma a 6 milioni e 275mila. In questo caso, si nota come un boom in qualche modo anticipato rispetto alle località vicine, sia stato seguito poi da un rinculo, che ancora non è stato del tutto assorbito, in particolare a causa delle vacanze più corte degli italiani. Dall'amministrazione jesolana straspare comunque soddisfazione, soprattutto per la crescita dei mesi di maggio, settembre e ottobre, ancora una volta, e si fa notare come, per il territorio in questione, la presenza di seconde case (che non si possono conteggiare nei "pernottamenti") valga più che altrove. «Abbiamo iniziato da tempo un percorso sulla qualità delle presenze, non tanto sul numero, e i dati sull'anno in corso ci danno piena fiducia» spiega l'assessore al turismo jesolano, Alberto Maschio, che non nasconde come i dati disponibili possano risentire del gran numero di affitti brevi sulle piattaforme come airbnb che ancora sfuggono ai controlli «un problema che non abbiamo noi, ma mezza Italia e non solo» chiarisce, e il trend è andato aumentando con forza dal 2018 in poi.

Il trend

Il sintesi, in Veneto e nel veneziano, calano le città d’arte, mentre tiene, molto bene, il turismo balneare, con una crescita netta dei pernottamenti: trainata però soprattutto dal turismo estero, mentre si contraggono le vacanze degli italiani. In questo senso, dai dati appare evidente come i mesi storicamente meno rilevanti lo saranno sempre meno (nell’annus horribilis 2020 gennaio e febbraio erano stati i migliori di sempre in Veneto, tutt’ora imbattuti), i mesi di maggio, settembre e in modo minore ottobre iniziano a segnare numeri molto competitivi, in grado di compensare al calo di quelli estivi. 

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