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Lunedì, 29 Aprile 2024

Ulss 4, la terapia per la cura dell'ictus vince il premio “Angels Diamond” | VIDEO

La Stroke Unit ha ottenuto il massimo riconoscimento europeo per le proprie performance. È l’unica ad aver ottenuto il riconoscimento in Veneto e tra le poche in Italia

La Stroke Unit dell'Ulss 4, l’unità di terapia semintensiva per la cura dell’ictus, ha ottenuto il massimo riconoscimento europeo per le proprie performance, “Angels Diamond”, sostenuto  dalla European Stroke Organization con il supporto delle società scientifiche europee. È l’unica Stroke Unit ad averlo ottenuto in Veneto e tra le poche in Italia.

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato per aver soddisfatto gli elevati standard richiesti dalla European Stroke Organization, come il numero dei pazienti trattati in fase acuta, la rapidità di somministrazione delle terapie tempo-dipendenti, la prevenzione delle complicanze, la correttezza delle terapie di profilassi secondaria. E non meno il tasso di mortalità a 30 giorni, che in questa unità operativa è tra i più bassi d’Italia: circa il 5% contro una media nazionale di circa il 10%.

L’annuncio è stato effettuato oggi dal direttore generale dell’Ulss 4 Mauro Filippi e dall’assessore regionale alla Sanità ed ai Servizi Sociali Manuela Lanzarin, oltre a loro il responsabile della Stroke Unit, il dottor Antonio Baldi, che ha ritirato il premio a Lione i giorni scorsi, e il direttore della Neuralgia Luca Valentinis. Presenti per l’occasione anche l’eurodeputata Rosanna Conte, l’assessore regionale Francesco Calzavara ed il consigliere regionale Fabiano Barbisan.

«Si tratta di un riconoscimento importante soprattutto perché giunge in un anno difficile che ha visto i percorsi diagnostici e terapeutici gravati dalla situazione pandemica – ha spiegato il dottor Baldi –. Questo premio certifica la qualità e l’impegno di tutto il personale, dai medici e infermieri del pronto soccorso ai medici e ai tecnici di radiologia e laboratorio analisi, fino ovviamente ai componenti dello stroke team di cui fanno parte neurologi, infermieri, logopedista. Il team si avvale inoltre della stretta collaborazione di cardiologi, internisti e fisiatri. Il raggiungimento di questo risultato è il frutto di un grande lavoro di squadra dove ciascuno lavora con grande passione e competenza».

L’ictus costituisce una delle maggiori problematiche socio sanitarie nei paesi industrializzati: oltre ad avere un’elevata letalità a 30 giorni (20% per il tipo ischemico, 50% per quello emorragico), rappresenta la prima causa di invalidità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte nella popolazione adulta. L’istituzione di Stroke Unit dedicate alla gestione della fase acuta dell’ictus ha rappresentato una svolta nella storia naturale della malattia: è dimostrato che il solo ricovero in una Stroke Unit (rispetto ad un reparto ordinario) è in grado di ridurre significativamente il rischio di morte (sino a 16% in meno a 1 anno), di disabilità e di dipendenza. Gestire l’ictus in fase acuta significa da un lato agire tempestivamente e in modo coordinato per somministrare il trattamento di rivascolarizzazione nel più breve tempo possibile (ogni minuto guadagnato permette di salvare circa 2 milioni di neuroni), dall’altro identificare le cause della trombosi, ottimizzare la prevenzione per evitare ictus futuri e riconoscere tempestivamente le complicanze che possono peggiorare la prognosi.

I premi Angels, assegnati dal 2026, hanno lo scopo di individuare e premiare i team e le singole persone impegnate nel trattamento dell’ictus e consolidare la cultura di monitoraggio continuo.

 Dettagli sulla Stroke Unit 

Nell’anno 1999 questa l'Ulss 4 è stata una delle prime in Italia a dotarsi di un’unità di cura dedicata alla gestione dell’ictus in fase acuta. La Stroke Unit dell’Ulss 4 effettua in media 300 ricoveri l'anno, il 70% per ictus ischemici, il 15% per ictus emorragici, il 15% per attacchi ischemici transitori. Il tasso di mortalità a 30 giorni in questa unità operativa è tra i più bassi d’Italia: si attesta al circa 5% contro una media nazionale di circa il 10%.

L'unità è costituita da 8 posti letto tutti dotati di monitor per il controllo dell’attività cardio-respiratoria a cui sono stati aggiunti altri due posti di isolamento, con videosorveglianza, per pazienti covid positivi.
 

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