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Le tre versioni principali dello spritz spiegate in questo video

Prosecco, bitter e seltz; tanto basta per un drink dalle infinite possibilità. Che è nato come “vino corretto”, ma è diventato qualcosa di più. Il racconto delle interpretazioni più note

Fortunatissima, la storia dello spritz, passato da semplice bevanda dissetante a base di vino “corretto” a miscelato tra i più amati e consumati. Non solo in Italia, ma anche nel mondo, dove quella degli spritz è oramai una grande famiglia allargata, pronta ad accogliere varianti e interpretazioni creative sulla base di alcuni punti fermi. In questo video di Italian Bartender — piattaforma dedicata al mondo della miscelazione nostrana — si fa il punto sulle sue basi.

Aperol, Campari e Select: le tre basi dello spritz

Un piccolo sunto storico ci porta a ricordare le origini del drink tra XVIII e XIX secolo. Siamo nel lombardo-veneto, all’epoca della dominazione austriaca, dove i soldati asburgici trovavano i vini locali troppo “forti”. Per poterli degustare più facilmente presero così a “spruzzarli” (spritzen, in tedesco) con un po’ d’acqua gassata. Un progenitore atipico, questo, che soltanto con la diffusione dei sifoni per il seltz a partire dagli Anni Venti del Novecento prese la sua forma attuale. Non prima però di aver incorporato anche una parte di bitter.

Spritz Select

Venendo alle sue tre principali varianti, proprio in quegli anni nasceva a Venezia il Select, uno spirito con note amare che dà origine all’autentico spritz lagunare. La sua caratteristica irrinunciabile? La grossa oliva verde, inserita nel bicchiere e da mangiare prima, durante o dopo il drink. A livello di gusto il Select soddisfa non solo i puristi ma anche chi predilige una via di mezzo tra le altre due colonne: Campari e Aperol. Se nel primo caso abbiamo una linea più amaricante, nel secondo si trova una dolcezza maggiore. In entrambe le varianti, tuttavia, la guarnizione d’obbligo è la fettina d’arancia. Come spiegano da Italian Bartender, sulla triade di Prosecco, bitter e seltz si può intervenire in una varietà di modi: dal vino fermo del (che abbiamo raccontato) alla scelta di amari locali, come Cynar oppure addirittura Amaro del Capo. Riuscite a individuare il vostro preferito?

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