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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il vigneto più antico di Venezia ha 800 anni e ora è di nuovo in produzione

A San Francesco della Vigna il vino qui si faceva almeno dal 1200, stando a un importante documento testamentario. E adesso ritorna in bottiglia in una nuova veste

Sembra impossibile a chi non conosce le potenzialità di Venezia, ma la laguna è ricca di piante di vite che affiorano dal terreno e difendono la loro esistenza dal tempo e dalle particolari condizioni climatiche del territorio. Tra queste c’è anche il caso – piuttosto noto – delle uve di San Francesco della Vigna, raccontato da molti come il più antico vigneto urbano di Venezia, poiché risalente almeno al 1200 secondo quanto attestato da fonti scritte.

Il vigneto di Glera dentro al chiosco ph. Santa Margherita Vini

Il vigneto fa parte del complesso ecclesiastico dall’alto valore culturale di San Francesco della Vigna, situato nel sestiere di Castello e parzialmente nascosto all’esterno (fatevi un giro sul satellite però, per rimanere stupiti). Nei chiostri dell’attuale convento riposano i vigneti (e alcune piante di olivo nonché un piccolo orto) che sono stati oggetto di recupero dal 2019 in poi grazie alla collaborazione tra i frati francescani della struttura e l’azienda Santa Margherita Vini, nata dall’impegno di Gaetano Marzotto prima proprio nella laguna e poi successivamente in Alto Adige oltre che in Veneto.

La storia del Convento di San Francesco della Vigna

La vendemmia ph. Santa Margherita Vini

Facendo un passo indietro, la chiesa a cui fa capo il convento, i chiostri con i terreni, il convento stesso sono tutti da ricondurre alla presenza di un’antica chiesetta dedicata a San Marco. Nel testamento di Marco Ziani, datato al 25 giugno 1253, che fu uomo importante a Venezia e figlio di Pietro Doge della città, queste proprietà furono lasciate in eredità a ordini di frati, compresi i vigneti che quindi già erano attivi alla metà del ‘200, 800 anni fa. Ripercorrere invece la storia della chiesa e della struttura non è semplice, perché gli interventi furono molteplici e richiesero la partecipazione di personalità di spicco, tra cui Palladio e Sansovino. Negli anni fu aggiunto anche il riconoscibile campanile, simile a quello di San Marco. Tutto il complesso del Convento di San Francesco della Vigna oggi fa parte del Fondo Ambiente Italiano (FAI).

I vigneti e il vino (che sarà) di San Francesco alla Vigna

Vendemmia a San Francesco della Vigna

I vigneti di questo pezzo di Venezia hanno la caratteristica unica di essere posti a solo un giro di mura dalla laguna, data la prossimità del convento all’acqua. Dal 2019 gli agronomi di Santa Margherita Vini sono entrati in azione per curare in modo diretto i vigneti insieme ai frati. Da quest’anno, saranno anche visitabili in giornate dedicate in un calendario al costo di 35€ a persona, un’occasione importante perché i filari sono posti nell’area di clausura del convento.

I vigneti piantati qui dopo questo cambio di passo sono Glera e Malvasia, in sostituzione di Teroldego e Refosco. Con il Teroldego si faceva un “Harmonia Mundi”, nome di vino ripreso da un trattato di Francesco Zorzi, che aveva progettato una delle facciate della chiesa, destinato alla tavola dei frati. La vendemmia avviene ancora a mano e le viti sono in conversione biologica. Sono state ri-piantate ad alberello poiché si tratta di uno dei metodi di allevamento più antichi e si sviluppano su una superficie di 1.890 metri quadrati. Durante questo 2024, dall’impianto del 2019 e dalla vendemmia del 2022, verrà prodotto il primo vino conventuale, frutto di questa nuova collaborazione in una serie limitata di bottiglie.

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