Festa dell'8 marzo, il Morion parte in corteo da campo Santa Margherita
Alle 17.30 la marcia del Laboratorio. «Donne attaccate e marginalizzate. Notizie di stupri e femminicidi all'ordine del giorno. Discriminazioni e abusi sul lavoro, nella formazione, nella carriera, sulle opportunità e perfino nella sanità»
Questo 8 marzo il Laboratorio Occupato Morion lancia un corteo cittadino in campo santa Margherita dalle 17.30. «La violenza patriarcale è pervasiva - scrive, in occasione del giorno della festa della donna -, tocca le nostre vite in ogni sfera dell'esistente: notizie di stupri e femminicidi sono all'ordine del giorno, ma conviviamo con discriminazioni e abusi anche nei luoghi pubblici, di formazione e del lavoro, viviamo la violenza economica, siamo attaccate nei diritti alla salute e nella salute riproduttiva».
Il Laboratorio attacca il governo. «È una politica contro le donne e le soggettività marginalizzate mentre si smantella il sistema di welfare, impoverendo e precarizzando le vite sotto il regime del “Dio, Patria e Famiglia”. Quale famiglia, quale vita in uno Stato in cui si tagliano i finanziamenti per le famiglie a basso reddito, si lasciano morire persone nel Mediterraneo e si finanzia l'industria bellica delle bombe lanciate sui civili?».
L'8 marzo è una ricorrenza per riflettere sulle contraddizioni in ogni ambito, compreso quello internazionale, dei flussi migratori sul Mediterraneo e della guerra a Gaza. «La militarizzazione crescente sta imponendo la normalizzazione della violenza e della morte come il risultato inevitabile e necessario per la difesa degli interessi degli Stati nazione - proseguono dal Morion - Si silenziano le voci di dissenso, si reprime la volontà e il desiderio di chi rivendica un modo di vivere diverso. Mai come quest'anno si impone necessaria la spinta trasformativa delle lotte transfemministe, per desiderarci vive e libere, per pretendere una vita degna, per dire "No" alla guerra e rivendicare forte il cessate il fuoco. Se le nostre vite non valgono ci fermiamo, scioperiamo, prendiamo le strade della nostra città».