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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Un anno positivo per gli alberghi, ma pesano rincari e mancanza di personale

L'associazione veneziana albergatori traccia un bilancio del 2022. Il direttore Scarpa: «Serve rivalutazione sociale del lavoro nel mondo del turismo»

La stagione estiva ha garantito risultati molto positivi agli alberghi di Venezia, migliori degli ultimi due anni, ma anche del periodo pre-Covid. Nonostante ciò, persistono delle grandi difficoltà per le aziende, dal caro bollette agli aumenti generalizzati, a cui si aggiunge anche una grave mancanza di personale. «Molti collaboratori ci hanno lasciato, comprensibilmente, durante la fase Covid e un lungo periodo di cassa integrazione. - spiega Daniele Minotto, vicedirettore dell'Associazione veneziana albergatori (Ava) - Ora però non si riesce a trovare il personale necessario per far andare avanti le nostre aziende nel modo migliore».

Minotto ha fatto il punto anche sulla situazione delicata di molti lavoratori del settore, sospesi per riorganizzazioni aziendali o lavori di ristrutturazione in alcune strutture alberghiere. Da questo punto di vista, ha spiegato, «non c'è nessuna preoccupazione, perché i posti da coprire sono molti di più. Come Ava, - spiega - abbiamo sempre lavorato nell’ottica sussidiaria con 430 aziende associate e riusciamo a ricollocare in tempi molto rapidi il personale. In questo momento abbiamo bisogno di circa 1200 persone, anche se siamo in bassa stagione. E guardando in prospettiva di primavera e della ripartenza con il Carnevale, sicuramente serviranno molte più persone per far funzionare le strutture».

Ava guarda anche alle sfide future del settore, dall'adeguamento dell'offerta alle esigenze alimentari del "nuovo turismo" alla necessità di convincere i giovani a investire nel settore. «La mia sensazione - spiega il direttore dell'associazione, Carlo Scarpa - è che la prima cosa da fare sia quasi una rivalutazione sociale del lavoro nel mondo del turismo. Spesso i nostri sono visti come lavoratori di serie B. Molti giovani dell’alberghiero, per assurdo, sostengono di non voler lavorare nel turismo. Dobbiamo lanciare il messaggio corretto, far sapere che invece questo è un mestiere che dà una possibilità di crescita».

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