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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Preapertura della stagione di caccia: Lipu si oppone. «Fa del male alla fauna»

L'appello della sezione veneziana della Lega italiana protezione uccelli. Pamio: «Nei primi giorni segnalate criticità. Spari vicino alle abitazioni. Così si danneggiano le specie che mantengono nel nido i giovani che devono ancora involarsi»

Presa di posizione della Lipu Venezia (Lega italiana protezione uccelli) contro i 5 giorni di preapertura della stagione di caccia 2022. La prima settimana di settembre infatti, come disposto dalla Regione Veneto, si aggiunge al calendario ufficiale dal 25 settembre, al 30 gennaio 2023.

«In provincia di Venezia nei primi giorni di apertura sono state segnalate criticità ai numeri di telefono della sezione - commenta il delegato Lipu Venezia Gianpaolo Pamio - per i frequenti spari nei pressi delle abitazioni a Martellago, Campagna Lupia, Favaro Veneto. La preapertura rappresenta un estremo danno alla fauna presente in quanto molte specie mantengono nel nido vari giovani che devono ancora involarsi. Gli adulti anche non rientranti nelle specie cacciabili, possono per errore venire abbattuti, condannando alla morte per fame i giovani ancora bisognosi di accudimento. Stessa cosa se particolarmente disturbati. Per la loro incolumità abbandonano i nidi lasciando i giovani a morte certa».

La nostra Penisola e l’area nord orientale sono inserite nelle tre rotte principali di migrazione tra nord Europa-Eurasia e nord Africa-Africa subsahariana, spiega la Lega protezione uccelli. «Le giornate di preapertura portano a morie per infarto e shock alcune specie particolarmente timide tra cui il Voltolino eurasiatico che proprio in questi giorni sta effettuando la migrazione post riproduttiva dalle steppe siberiane al nord Africa. E sono sempre maggiori le specie inserite nella lista rossa di quelle in via di estinzione dell'International Union for Conservation of Nature».

Anche l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) afferma Lipu, nel documento inviato alle Regioni nel 2021 ha tracciato un quadro preoccupante. «Il perdurare di condizioni climatiche estreme nel corso della corrente stagione estiva ha sicuramente determinato un peggioramento delle condizioni fisiche degli individui rispetto a quanto si registra in annate caratterizzate da valori nella norma dei parametri climatici, poiché risulta necessario un maggior dispendio energetico per raggiungere le fonti idriche che si presentano ridotte e fortemente disperse».

Questo può condizionare negativamente il successo riproduttivo e aumentare la mortalità degli individui giovani e adulti, rendendo gli animali vulnerabili a malattie e predazione, dice la Lipu, e con la crisi idrica molti ambienti palustri nel corso dell’estate tendono a seccare, riducendo anche in questo senso il successo riproduttivo delle specie che nidificano più tardivamente. «La situazione nel 2022, con l’aggravamento degli eventi siccitosi, è ancora più precaria. I calendari venatori di tutte le Regioni tra cui il Veneto non hanno tenuto conto di questi eventi. Le conseguenze sono già deleterie in termini di conservazione della stragrande maggioranza delle specie di uccelli», conclude Pamio.

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