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Cronaca Castello

Sorpresa in Biennale: il padiglione della Russia ospiterà la Bolivia

Si tratterà del palcoscenico più prestigioso di sempre per lo stato sudamericano. Lo storico padiglione russo ai Giardini era chiuso dal 2022

A poche settimane dall'apertura della 60. Biennale arte, la geopolitica e le sorprese ricompaiono ai Giardini. La Bolivia ha infatti annunciato, ieri, che parteciperà alla Biennale 2024 grazie all'ospitalità della Federazione Russa, che concederà il suo padiglione ai Giardini, uno dei più grandi il cui assetto originario risale al 1914 su progetto dell’architetto Alexey Schusev. «Il Padiglione Bolivia, ha l’opportunità di essere all’interno dei Giardini, che è l’area espositiva più prestigiosa dell’intera Biennale di Venezia grazie alla Russia che ha creduto nell’importanza, nella qualità e nei contenuti del nostro progetto, concedendoci il suo spazio, il suo padiglione per questa edizione», hanno dichiarato gli organizzatori.

La curatrice del Padiglione sarà la ministra delle Culture, della decolonizzazione e della depatriarcalizzazione Esperanza Guevara, mentre il commissario sarà il viceministro Juan Carlos Cordero Nina. Il progetto espositivo si intitolerà: «Qhip Nayra Uñtasis Sarnaqapxañani» (Guardando al futuro-passato, ci muoviamo in avanti), con artisti boliviani e di altri Paesi dell’America Latina. «Questa mostra è un’occasione importante per porsi domande e cercare risposte su come ampliare i nostri orizzonti, per tutti, da sud a nord, da est a ovest, senza discriminazioni» ha affermato la ministra e curatrice.

Il padiglione russo era rimasto chiuso dal 2022, quando artisti e curatori avevano rifiutato di partecipare in protesta contro il governo, e poi nel 2023. Nel marzo 2022 la Biennale aveva dichiarato di voler rifiutare «la presenza, in qualsiasi dei suoi eventi, di delegazioni ufficiali, istituzioni o persone legate a qualsiasi titolo al governo russo». La concessione russa degli spazi ha ovviamente implicazioni geopolitiche: lo "Stato plurinazionale" della Bolivia, che con l'entrata in vigore della costituzione del 2009, riconosce i diritti di tutti i gruppi indigeni al suo interno, sta diventando un partner importante per la Federazione, che con questo gesto di ospitalità potrà accreditarsi ulteriormente con il governo sudamericano, oltre a riaprire le porte del suo padiglione senza scontrarsi col "diktat" dei vertici di Biennale. 

Gli artisti ospitati, boliviani e non, molti di origine indigena, sono Oswaldo “Achu” De León Kantule, Yanaki Herrera, Duhigó, Zahy Tentehar, Lorgio Vaca, Maria Alexandra Bravo Cladera, Elvira Espejo Ayca, Rolando Vargas Ramos, Edwin Alejo, Cristina Quispe Huanca, Martina Mamani Robles, Prima Flores Torrez, Laura Tola Ventura, María Eugenia Cruz Sanchez, Faustina Flores Ferreyra, Pamela Onostre Reynolds, Guillermina Cueva Sita, Magdalena Cuasace, Claudia Opimi Vaca, Olga Rivero Díaz, Reina Morales Davalos, Silvia Montaño Ito, Ignacia Chuviru Surubi. Per la Bolivia è la terza partecipazione, la prima all'interno dei Giardini. La Federazione russa per ora non ha commentato il caso. Nessun commento neppure dai vertici di Biennale.

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