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Cronaca Sant'Elena / Viale Sant'Elena

Biennale 2013, il curatore Gioni racconta il suo labirinto del sapere

A pochi giorni dall'inizio della manifestazione, il più giovane curatore di sempre spiega il progetto dietro al suo "Palazzo enciclopedico"

In un mondo assediato dal potere dell'immagine, Massimiliano Gioni guarda all'immaginazione, al sogno, all'utopia, per dare una “lettura” dello stato dell'arte, di una realtà che opera nel contemporaneo ma affonda le sue ragioni nelle stesse wunderkammer cinquecentesche. La 55esima Esposizione Internazionale d'Arte, firmata dal più giovane curatore nella storia della Biennale, appena 39 anni ma un curriculum internazionale da “veterano”, pare destinata a riservare più di qualche sorpresa.

BIENNALE 2013: TUTTE LE INFORMAZIONI

NEL LABIRINTO - Messa da parte l'ipotesi di un percorso espositivo lineare; c'é spazio, invece, a una visione “labirintica” che condurrà il visitatore alla scoperta di una mostra-ricerca che combina opere contemporanee "a reperti storici, oggetti trovati e artefatti". "Concepita come un museo contemporaneo - spiega Gioni -, l'esposizione sviluppa un'indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo". Gioni ha elevato a icona dell'idea progettuale "Il Palazzo Enciclopedico" pensato dall'artista-architetto autodidatta italoamericano Marino Auriti, che nel 1955 aveva depositato il brevetto per realizzare un edificio di 136 piani destinato a contenere 'tutto il sapere dell'umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite". Un'impresa rimasta incompiuta, ma assunta ad emblema del sogno utopico, caro alle stesse Biennali, "di concentrare in un unico luogo gli infiniti mondi dell'arte contemporanea: un compito - dice il curatore - che appare assurdo e inebriante quanto il sogno di Auriti".

EVENTI COLLATERALI: ECCO IL PROGRAMMA

L'ESPOSIZIONE - Il "Palazzo Enciclopedico" di Gioni si sviluppa tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l'Arsenale con una ricerca che - come ricorda il presidente della Biennale, Paolo Baratta - "assai più che portarci un elenco di artisti contemporanei, vuole riflettere sulle loro spinte creative e sembra portare ancora più avanti il quesito. ma qual è il mondo degli artisti?". Visioni, ossessioni, che possono trovare luogo nel 'Libro rosso' di Carl Gustav Jung, un manoscritto illustrato al quale lo psicologo lavorò per 16 anni, posto in apertura del Padiglione Centrale. Un lavoro che introduce una riflessione sulle immagini interiori e sui sogni, vero filo rosso dell'intera mostra che presenta 150 artisti provenienti da 38 Paesi. "Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider - dice ancora Gioni - l'esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandoci in particolare sulle funzioni dell'immaginazione e sul dominio dell'immaginario". Tra i presenti (13 gli italiani), non mancano i pezzi da novanta dell'arte contemporanea posti accanto a nomi di fatto sconosciuti al grande pubblico, tutti chiamati a tessere attraverso dipinti, libri, video, foto e altro la rappresentazione di una immaginaria sintesi dell'infinita varietà e ricchezza del mondo.

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