Buoni spesa del Comune di Venezia, alcuni già domani. Pd: «Perso troppo tempo»
Lo ha fatto sapere il sindaco Luigi Brugnaro, intervenuto mercoledì mattina a una trasmissione televisiva. «Ci hanno lasciati completamente soli»
«Abbiamo avuto circa duemila domande finora, vogliamo andare incontro a bisogni immediati di persone che hanno visto azzerare il loro reddito, porteremo a casa i buoni con ragazzi, volontari, sportivi, tutti quelli che ringrazio per come si stanno dando da fare e grazie a tutti quelli che ci scrivono. Il turismo è in ginocchio», ha detto il primo cittadino a Mi manda Rai 3 mercoledì mattina. Le istruttorie già completate vengono portate avanti con la consegna dei buoni che continuerà fino alla prossima settimana e fino a soddisfacimento di tutte le domande.
«Ma è tutta la filiera che soffre, anche i trasporti. Ci siamo arrangiati su tutto. Siamo stati lasciati soli, abbiamo chiesto un riferimento al governo con cui parlare, ma almeno uno. Io sto mandando avanti i servizi ma tutto a spese del Comune. Ora partirà la cassa integrazione in deroga per 9 settimane, ma poi non ce la faremo più».
#MiMandaRai3 | Buoni Spesa:da domani inizieremo la consegna per aiutare le persone che hanno visto azzerare il proprio reddito.
— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) April 8, 2020
👉🏻Li porteremo casa per casa con volontari e associazioni sportive:una macchina incredibile di generosità e fiducia.@mimandaRai3 @RaiTre @comunevenezia pic.twitter.com/pLsCSxxqej
Una tempistica, quella della preparazione e distribuzione dei buoni alimentari, che non convince il Partito Democratico veneziano. «Il sistema messo in piedi dal Comune di Venezia è partito in ritardo, è troppo lento, eccessivamente burocratico e non risponde all’urgenza della situazione. Non si comprende per quale motivo il Comune abbia deciso di fare in casa i buoni cartacei, invece di distribuire, come hanno invece fatto molte città medie e grandi, carte prepagate, legate ai circuiti delle più diffuse carte di credito. Questo implica si possano spendere solo negli esercizi convenzionati: ad oggi 15 in tutto quelli che hanno sottoscritto la convenzione, peraltro con una serie di oneri burocratici a loro carico. Non capiamo, infine, per quale motivo, oltre a parrocchie e associazioni, non si siano coinvolte nell’individuazione delle situazioni di disagio e nella distribuzione dei buoni anche le Municipalità».