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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Donà di Piave

L’ultima lettera di Cloe Bianco: «Oggi la mia libera morte»

Alcuni scritti fanno ipotizzare un suicidio dietro al ritrovamento del corpo di una persona all'interno di un camper andato in fiamme ad Auronzo di Cadore

«Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte». Sono le prime parole che si leggono in un post pubblicato nel sito "Persone Transgenere". Una lettera che sarebbe stata firmata da Cloe Bianco, l'ex docente di fisica di San Donà che finì sulla cronaca nel 2015 dopo essersi presentato in classe vestito da donna. 

Il suo corpo sarebbe stato trovato carbonizzato sabato mattina ad Auronzo di Cadore, all'interno di un furgone adibito a camper parcheggiato in un'area di sosta e andato in fiamme. Sebbene il veicolo fosse intestato a Cloe, per gli investigatori serve comunque attendere l'esito dell'esame del dna per confermare che si tratti dell'ex prof, che in una lettera avrebbe annunciato il gesto estremo.

«In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono - si legge nello scritto -. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto. Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto».

Oltre a questo comunicato, ce ne sarebbero altri due «con la pubblicazione di copia dei miei testamenti biologico e olografo, i quali contengono anche le mie volontà riguardanti la fine del mio esistere e ciò che ne dovrà seguire. Sperando, senza nessunissima illusione e convinzione a riguardo, che ciò contribuisca a rispettare la mia vita, la mia autochiria anche ben definita come libera morte, il mio dopo vita, le mie scelte di vita, il mio pensiero e le mie volontà, sia attuali sia per il futuro del mio corpo mortale e della mia identità».

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