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Cronaca

Confermati 30 anni di carcere a Boscolo Zemello per l'omicidio di Maila Beccarello

Oggi la sentenza di Appello all'aula bunker di Mestre. Negata una seconda perizia all'imputato

La Corte d'assise d'appello ha confermato la condanna a 30 anni di carcere a carico di Natalino Boscolo Zemello, ritenuto colpevole dell'omicidio della moglie Maila Beccarello. La donna aveva 37 anni quando venne massacrata di botte dal marito in casa, a Cavarzere: era l'8 agosto del 2018 e Boscolo venne arrestato subito dopo.

I giudici hanno confermato in toto l'accusa di omicidio volontario per l'imputato, negando la concessione di una nuova perizia psichiatrica che era stata richiesta dalla difesa: secondo l'avvocato, Andrea Zambon, Boscolo «aveva già avuto episodi difficili in passato» e «aveva chiesto aiuto, quindi la sua situazione mentale non era stabile all'epoca dei fatti». Per la giuria, però, Boscolo Zemello era perfettamente capace di intendere e di volere al momento dell'omicidio. Sono state confermate anche tutte le misure di risarcimento.

Oggi l'udienza a porte chiuse si è svolta in presenza, a causa di problemi tecnici che hanno fatto saltare la videoconferenza. All'esterno dell'aula bunker si erano radunate alcune persone, tra cui la sorella di Maila, Alice, e la zia Monica, che chiedevano il massimo della pena per l'imputato. Al termine Alice e Monica si sono dette soddisfatte della sentenza, che coincide appunto con il massimo previsto (considerato lo sconto che deriva dalla scelta del rito abbreviato).

L'avvocato Paolo Dalla Vecchia, che le ha assistite al processo, ha commentato: «È una sentenza anche simbolica, considerato che il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Quello di cui Maila è stata vittima è un caso esemplare di femminicidio».

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