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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Falsi vini doc, cause da un milione: “Spese elevatissime per contrastare i falsi veneti”

Si tratta di una piaga per i produttori di vino, che solo nel territorio regionale hanno avuto perdite complessive per 2 miliardi di euro. Problema sentito anche nel Veneziano

"In Veneto i consorzi spendono un milione di euro all’anno per intentare causa ai falsificatori stranieri dei vini veneti, in primis Prosecco e Amarone. Chiediamo aiuto al ministero, perché sono costi proibitivi e non ce la facciamo più a sostenerli". Alla vigilia del Vinitaly, che prenderà il via domenica prossima a Verona, il presidente dei viticoltori di Confagricoltura Veneto Christian Marchesini lancia un grido d’allarme sulla grave situazione della contraffazione all’estero di vini veneti, che sta costringendo i consorzi a intentare decine di cause per tutelare le aziende vitivinicole dal fenomeno crescente dell’italian sounding, vale a dire l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano il prodotto italiano.

Una piaga che ha un costo altissimo per le aziende: due miliardi, secondo i dati di Federalimentare, il valore della contraffazione dei vini italiani, che equivale a un terzo della stima complessiva relativa alle agro-piraterie. Si tratta di un problema che riguarda da vicino anche il Veneziano, con numerose aziende vinicole che eccellono a livello mondiale, e quindi oggetto di contraffazioni.

Le ultime new entry nel campo delle frodi alimentari riguardanti i vini veneti sono i falsi prosecchi ucraini, che i produttori etichettano con nomi assonanti come Rosecco e Secco, e un Amarone prodotto in Spagna, con etichette contraffatte e riprodotte in maniera grossolana, in vendita a un terzo dei prezzi di mercato. "Siamo alla vigilia della cinquantesima edizione del Vinitaly e il vero problema del nostro vino rimane quello legato al falso made in Italy - dice Marchesini, che è anche presidente del consorzio di tutela vini Valpolicella. Siamo sempre più nel mirino di registrazioni fraudolente, che minano gli interessi di centinaia di aziende vitivinicole del Veneto. Attualmente - continua - i consorzi di tutela del Valpolicella e quello del prosecco viaggiano nell’ordine di cinque cause internazionali all’anno, con costi insopportabili. Basti pensare che un solo grado di giudizio per bloccare una falsa registrazione negli Stati Uniti raggiunge cifre fino a 200 mila euro".

Lodovico Giustiniani, vicepresidente di Confagricoltura Veneto, insiste sulla necessità della promozione e del posizionamento sui mercati per combattere la contraffazione: "Alla vigilia di questi cinquant’anni di Vinitaly le nostre denominazioni venete stanno vivendo un momento particolarmente felice - rimarca - con il Prosecco che rappresenta un quarto di tutti i vini doc d’Italia e un trend di continua crescita. Il vigneto veneto si sta espandendo, con un salto negli ultimi anni da 65 mila ettari a 80 mila. Questo ovviamente comporta un aumento delle falsificazioni, segno che l’italian sounding piace molto e ha successo. Dobbiamo migliorare la capacità di penetrare nei mercati esteri vendendo e promuovendo i nostri marchi, garantendo il valore aggiunto come sanno fare i francesi".
 

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