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Cronaca Calle del Magazzen, 3145

Povertà da Covid: aumentate di oltre 10 volte le richieste d'aiuto all'Emporio

La presidente Brondino: «Famiglie con figli, specie quelle che lavoravano nel turismo. Molti del posto. Si sono trovati poveri dalla mattina alla sera. Servono volontari»

«Famiglie con figli che si sono trovate povere dalla mattina alla sera». Se prima del lockdown si rivolgevano all'Emporio della solidarietà di Venezia, chiamato Corte del Forner, circa 7 nuclei, «durante la pandemia abbiamo avuto fino a 150 richieste e ora siamo intorno alle 100-110». A tracciare il quadro dell'emergenza economica portata dal Covid nella città lagunare è la presidente dell'Emporio, Anna Brondino. «Non sono più solo anziani con pensioni sociali basse a rivolgersi a noi. Ma nuclei con figli che guadagnano troppo poco e non riescono con gli stipendi ad arrivare a fine mese».

Si tratta di un progetto regionale, in Veneto ce ne sono 24. A Venezia ha il supporto del Comune di Venezia e della Diocesi. «Le famiglie entrano su segnalazione dei servizi sociali o della Caritas o di altri enti, associazioni o soci ed è grossissimo l'incremento delle richieste», rimarca la presidente, che fa presente anche il bisogno di reperire nuovi volontari a sostegno delle attività della Corte del Forner. L'Emporio è una specie di piccolo supermercato, situato a Cannaregio e con le vetrate oscurate, dove le persone si recano a fare la spesa una o due volte al mese, a loro scelta. Vengono dotate di una tesserina con dei crediti, che si riducono a ogni spesa, in base agli alimenti acquistati. «Si fa in modo di spronare all'autogestione del cibo comprato e alla regolamentazione del regime alimentare - ha spiegato Brondino - Sappiamo ad esempio che le persone in condizioni di necessità privilegiano i carboidrati, per questo costano un po' più di crediti, mentre le proteine ne valgono un po' meno. Ora con l'arrivo di due frighi nuovi, grazie alle donazioni, riusciamo a fornire più frutta e verdura, agrumi, e non solo mele, e anche le uova».

L'idea è quella di evitare che le persone si "adagino". «Vengono al contrario stimolate a guardarsi attorno, a partecipare a bandi, a fare attenzione alle graduatorie per le case, ad esempio. Quanto all'anonimato, tutti gli operatori sono tenuti a rispettare le regole sulla privacy e si crea una rete di protezione e sostegno da parte del volontario che accompagna la persona all'Emporio, in modo da potenziare un legame di fiducia e apertura che stimola al dialogo, a volte perfino più importante di un pacco di pasta», ha continuato la presidente. C'è una valutazione sistematica della situazione di chi si rivolge all'emporio in base a colloqui e a un progetto dinamico stilato ogni sei mesi. Come accade, le difficoltà fondamentali non rientrano nell'ambito alimentare, dove si riesce ad avere una prima spesa anche solo fornendo carta d'identità e codice fiscale. La Corte del Forner fa funzionare la rete di relazioni creata con altre associazioni del territorio, che si occupano per esempio del sostegno alle spese per le utenze, gli affitti o i mutui e si riesce a dare una risposta adeguata alle necessità.

L'Emporio a breve aprirà anche al mercoledì mattina, oltre che al consueto giorno del giovedì, in zona Palestra Marsico ex Umberto primo, Fondamenta Riformati, 3145 a Cannaregio. «Servono volontari, anche per la cartoleria, che è un po' la novità dell'Emporio, per la fornitura di materiale scolastico ai bambini», ha detto Brondino, che ha chiesto di diffondere il numero di cellulare (339 566 8193) chiamando il quale è possibile mettersi in contatto con l'Emporio, oltre a ricordare la pagina Facebook (https://www.facebook.com/Emporio-della-Solidariet%C3%A0-di-Venezia-108917237335571/photos/?ref=page_internal), e i volantini di alcuni supermercati che diffondono i canali di contatto dell'Emporio. «I servizi sono aiuti e non sono uno stigma - ha concluso la presidente - Ed è giusto capire l'importanza di rivolgersi a canali istituzionali come il nostro. L'anonimato è importante certo. Ma è giusto che nessuno si approfitti di risorse di cui in questo momento c'è davvero bisogno. Abbiamo senza dubbio la necessità di trovare forme alternative per intercettare le persone in difficoltà: alcune possono anche non avere più il telefono per poter chiamare».

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