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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Procedimento per incompatibilità, il Csm decide sul trasferimento del procuratore Cherchi

Il 6 dicembre il Consiglio della magistratura si esprimerà sui legami tra Cherchi e Massimo Montisci, ex direttore della Medicina legale di Padova. Al momento la maggioranza propende per l'archiviazione

La prossima settimana il plenum del Consiglio superiore della magistratura (Csm) deciderà sulla possibile incompatibilità del ruolo di Bruno Cherchi come procuratore capo di Venezia. Il procedimento nasce dal legame di amicizia tra Cherchi e Massimo Montisci, ex direttore della Medicina legale di Padova, condannato per favoreggiamento a inizio 2023 nel caso Tiveron (per false dichiarazioni nella perizia medica) e coinvolto anche in altre vicende giudiziarie.

La relazione del Csm fa riferimento a presunti favoritismi di Cherchi nei confronti di Montisci, al quale fin dal 2018 avrebbe affidato tutte le relazioni di consulenza negli accertamenti necroscopici disposti dalla procura veneziana (boicottando un altro medico legale, Antonello Cirnelli). Ma anche ad altri fatti: tra questi, una festa a cui Cherchi e Montisci avrebbero partecipato assieme il 10 luglio 2018, giorno successivo alla perquisizione nei confronti del medico nell'ambito dell'indagine Tiveron.

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A far partire l'iter è stato il procuratore generale di Venezia, Federico Prato, che ha segnalato il caso al Csm nel novembre del 2022. Successivamente il procuratore Cherchi ha esposto la sua posizione, precisando che i suoi rapporti con Montisci sono chiusi «formalmente e informalmente da molto tempo»; inoltre, che la convenzione per l'affidamento delle autopsie all’Istituto di medicina legale di Padova era motivata dalle difficoltà a reperire medici legali «diversi dai due o tre maggiormente disponibili».

Ora, nella seduta del 6 dicembre, il Csm dovrà discutere sull'eventualità di spostarlo dall'incarico. Si tratta, appunto, di  appurare se sia opportuno o meno che Cherchi continui a mantenere il suo ruolo: un procedimento di tipo amministrativo che non riguarda un'ipotesi di colpevolezza bensì una eventuale "incompatibilità ambientale", a garanzia dei cittadini e della giustizia. Sul caso il Csm si divide tra due posizioni, quella assolutoria e quella di condanna. Al momento sembra che la maggioranza sia orientata sull'archiviazione del caso, quindi a mantenere Cherchi nel suo ruolo, ma l'ultima parola spetta al Consiglio.

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