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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Palasport, Pd e Chimici contro Brugnaro: "Si faccia a Tessera, bonifiche ai Pili"

Continua a tenere banco il dibattito sulla costruzione del palazzetto dello sport. Il sindaco vuole edificarlo nelle aree di sua proprietà. Ma opposizioni e sindacati non la pensano così

"Il palasport s'ha da fare, ma non lì". All'indomani dalle parole del sindaco Luigi Brugnaro, che ha confermato l'intenzione di costruire il palazzetto dello sport nelle aree ai Pili di sua proprietà, rispedendo al mittente le accuse di conflitto d'interesse attraverso l'annuncio del "blind trust" con cui spogliarsi della gestione delle proprie aziende, il dibattito tra partiti e associazioni di categoria si riaccende. Attorno anche alla frase del primo cittadino "ma il conflitto di interessi è perché lo pago io?".

La segretaria comunale del Pd, Maria Teresa Menotto, rispolvera l'idea della cittadella dello sport nel quadrante di Tessera: "La nuova normativa Fiba (l'Uefa del basket, ndr) impone alle squadre di basket di avere strutture da almeno 5mila posti - dichiara - Il Pat vigente aveva tenuto in considerazione questa possibilità. L’idea di realizzare stadio, casinò, palazzetto e piscina in unica area permetterebbe di sfruttare al meglio alcune opportunità: le aree sono comunali e pertanto questo permetterebbe un controllo sugli aspetti finanziari e sulla qualità urbana dell’opera; si potrebbero sfruttare evidenti economie infrastrutturali (parcheggi, viabilità, accesso autostradale, SFMR); si eviterebbero problemi di congestione del traffico in centro città; si potrebbe inserire il Casinò in una sinergia di funzioni così come nelle principali realtà internazionali".

Il Partito Democratico, anche in Consiglio comunale, si è sempre detto favorevole alla costituzione di un'area di contorno in cui "incasellare" la Casa da gioco. Alle prese con i noti problemi finanziari: "Se il sindaco-presidente vuole realizzare il palazzetto ben venga, ma per la città, e non per Brugnaro, dove conviene venga realizzato? Quello che il sindaco si ostina a non cogliere, anche in relazione al conflitto di interessi, è che non basta dire 'mi go i schei e fasso dove voio'. Accogliamo come opportuna la scelta di costituire un Blind Trust anche se nell’idea ci pare essere più la nomina di un facente funzioni, tant’è che già oggi che non è più presidente della Reyer non sembra se ne sia accorto nessuno. Se si vorrà aprire una discussione puntuale e trasparente su dove sia più opportuno, per la città, costruire un nuovo palazzetto, siamo ovviamente disponibili a un confronto".

Critica anche la Filctem Cgil, che, per bocca del suo segretario Riccardo Colletti, punta il dito contro la necessità di bonifiche dei terreni ai Pili: "E’ inutile dire che nel contesto della prima zona industriale (dove ancora esistono insediamenti industriali e anche in salute) c'è un profondo interesse da parte di privati a riutilizzare quelle aree soprattutto in maniera speculativa - dichiara - Conflitto d’interessi o meno il problema è che su quelle aree bisogna fare bonifica. E non accettiamo il principio di bonifica fatta al parco San Giuliano. Credo sia utile mettere a conoscenza dei cittadini che frequentano il parco cosa c’è sotto il terreno: fosfogessi, cadmio, nichel, pirite, cromo, scarti di industria farmaceutica e altro. E se qualcuno continua a pensare che con un po’ di terra e o avanzi dei marginamenti si possa riutilizzare un terreno così inquinato, non lo riteniamo appropriato. C’è un accordo di programma che vincola i soggetti proprietari di quei terreni ad effettuare le bonifiche. Poco importa se con il Pat o il benestare della giunta comunale si fa passare il cambio di destinazione d’uso e tutto quello che c’è diventa acqua fresca. Proprio a San Giuliano - conclude - ci sono dei camini di sfiato, oltre ai pozzi di prelievo dell’acqua di falda, che sarebbe utile capire che tipo di sostanze rilasciano nell’aria. Per non parlare dei fosfogessi e il livelli di radioattività che hanno".
 

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