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Cronaca

In arrivo 150 diffide alla Banca d'Italia: "Tanti sono i veneziani che hanno lire da convertire"

Adico annuncia la linea dura nei confronti anche del ministero delle Finanze: "La Corte di Cassazione dà loro torto, si comportino in modo giusto. C'è chi ha milioni inutilizzabili"

"Dopo le istanze presentate a gennaio tramite il nostro ufficio legale da circa 150 soci veneziani e mestrini, dopo la lettera inviata dalla nostra associazione alla Banca d’Italia e al Ministero delle Finanze, e di fronte alle riposte evasive o alle non risposte delle parti chiamate in causa, Adico torna all’attacco per chiedere che venga rispettata la sentenza della Corte Costituzionale sulla riconversione delle lire in euro".

Esordisce così la nota dell'associazione a tutela dei consumatori mestrina, che annuncia di aver predisposto una diffida che i singoli soci invieranno alla Banca d’Italia e al Ministero competente nella quale si chiederà che venga rispettata la sentenza del 5 novembre 2015 con la quale la Corte aveva dichiarato illegittimo il provvedimento dell'allora presidente del Consiglio, Mario Monti, che aveva anticipato da un giorno all’altro la prescrizione per chiedere il cambio dal vecchio al nuovo conio.

"I soci che hanno chiesto la conversione tramite Adico - dichiara l'associazione - hanno mediamente alcuni milioni di lire allo stato inutilizzabili, ma c’è anche chi s’è presentato con cifre di alcune decine di milioni. Seguendo la giurisprudenza e i termini di prescrizione, il nostro ufficio legale ha stabilito che l’opportunità della riconversione dopo la sentenza della Corte Costituzionale si era riaperta fino al 28 gennaio 2016 ed entro quella data sono state presentate le 150 istanze".

“La Banca d’Italia – spiega Carlo Garofolini, presidente dell'Adico – ha proposto un escamotage risibile, riconoscendo il diritto al rimborso esclusivamente a quanti siano in possesso di prova scritta dell’avvenuta richiesta di conversione (e conseguente diniego scritto) nel periodo compreso fra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012. Ma in pratica non c’è nessuno che rispetti questo identikit visto che in quel periodo non si potevano cambiare più le lire e chi ci ha provato ha ricevuto solo un diniego orale. Ancora una volta, insomma, lo Stato disattende una sentenza della Corte Costituzionale prendendo in giro i cittadini. Non solo. Abbiamo scritto prima dell’estate una lettera alla Banca d’Italia e al Mef, in particolare al sottosegretario veneziano Enrico Zanetti. Non si sono degnati neppure di risponderci”. Nelle 150 diffide si intima la conversione delle lire in euro, in caso contrario, conclude Garofolini, “procederemo giudizialmente per la tutela dei diritti dei nostri soci”.  

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