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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Noale

Noale, addio a Dino Libralato, anima della Pro loco

Dino Libralato è stato un noalese molto impegnato in città

«Questo è il mio ultimo saluto, è stato un piacere comunicare con voi». Un messaggio giunto ieri nel tardo pomeriggio nella mail o sul telefono di alcuni noalesi. Firmato: Dino Libralato. Pur sapendolo malato, nessuno avrebbe però pensato che di lì a poco l’autore di quell’annuncio se ne sarebbe davvero andato. Per sempre. Anche nella morte, Libralato, 79 anni compiuti a febbraio, amato marito, padre e nonno, ha stupito tutti, con la sua schiettezza e il suo sapere guardare in faccia le cose, anche le più dure, con grande dignità.

Dino Libralato è stato un noalese molto impegnato in città. Dirigente nel settore della grande distribuzione, fin dagli anni Settanta è stato militante nella Democrazia Cristiana. Lasciata la politica si è dedicato anima e corpo alla fondazione della Pro Loco, di cui è stato per decenni vicepresidente, al fianco dell’amico Lodovico Martini. Ha coordinato per anni gli stand gastronomici, dalla festa dell’Amicizia alla sagra del Rosario. Oltre alla passione per la cucina (memorabili i suoi risotti), Dino ha coltivato l’amore per le tradizioni locali. Suoi erano i testi, e soprattutto pronosteghi tanto attesi che annunciava come vate interpretando la direzione del fumo della Pirola Parola di Noale (era orgoglioso di portare avanti l’eredità lasciatagli dal maestro Giacomo Dal Maistro). Amava scrivere, anche poesie (purtroppo è rimasto nel cassetto il sogno di darle alle stampe). 

Negli ultimi due anni, quando la malattia si era già manifestata, aveva accettato la proposta della Pro loco di dare vita, insieme a Giulia Orti, all’Almanacco Noalese, una rubrica di un paio di minuti, pubblicata sulla pagina Facebook a mezzogiorno di ogni domenica, in cui condivideva alcune pillole di saggezza contadina (per questo impegno era stato anche premiato dal Comune). La terza stagione sarebbe dovuta partire a metà settembre. Dino Libralato lascia la moglie Maria, le figlie Nadia e Maura e i nipoti. La figlia Nadia vuole ricordare il papà con queste sue parole: «Desso che la strada porta a sera/Vardo seren el percorso conpio/Contento de aver sièlto a la me maniera/Cussì come oncora faria tornando indrio». La famiglia desidera ringraziare le persone care, gli amici, il personale medico, in particolare i dottori Nizzetto, Franzolin, Stecca, l'oncologia e la terapia del dolore e tutti quelli che lo hanno curato con amore.

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