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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Spinea

E' morto Dino Veati: eroe partigiano e presidente dell'Anpi di Spinea

L'89enne ora si impegnava per trasmettere i valori della resistenza ai giovani. Combatté nel Cansiglio, poi lavorò in Belgio in miniera. Fu consigliere comunale di Rifondazione Comunista

Un impegno che non era mai scemato. Prima per la liberazione dell'Italia, poi a favore della salute dei minatori belgi (tra cui molti connazionali), infine per i più giovani. Per spiegare loro cosa vuol dire una guerra, cosa vuol dire la libertà di poter vivere in un tempo di pace. E di non sprecare questa opportunità.

E' morto il 22 dicembre scorso a 89 anni, Dino Veati, nome "storico" della resistenza, presidente onorario della sezione Anpi, Associazione nazionale partigiani italiani, di Spinea. Le sue condizioni si sono aggravate dopo una frattura al femore. Il decesso all'ospedale di Noale. La memoria, come spesso accade in questi casi, raggiunge gli anni bui della seconda guerra mondiale, in questo caso l'altopiano del Cansiglio, dove dai compagni della resistenza Dino Veati veniva chiamato "Giacomo". Tempi duri. Dove si moriva per la libertà.

Alla fine del conflitto Dino Veati se ne tornò in Belgio, a lavorare in miniera. Lì si impegnò a favore della salute dei suoi colleghi, costretti a respirare giorno e notte polvere e sudore. La morte del padre, che lavorò in galleria per trent'anni, costituì la spinta decisiva per farsi promotore delle rivendicazioni sindacali della categoria.

Poi il ritorno in Italia, dove, a Spinea, negli anni Novanta, divenne consigliere comunale di Rifondazione Comunista.

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