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Cronaca

Operazione "Carlitos", sgominata banda che forniva coca al Veneziano

La Mobile di Padova ha disarticolato due organizzazioni interdipendenti che trafficavano droga dalla Spagna. In manette anche due pregiudicati lagunari legati alla Mala del Brenta

Un traffico di cocaina proveniente dalla Spagna è stato scoperto dalla squadra mobile di Padova che dalle prime ore dell'alba, su ordine del pm della procura euganea Federica Baccaglini, ha eseguito 15 misure cautelari, emesse dal gip Paola Cameran, e 22 perquisizioni. Gli agenti della Mobile padovana, in collaborazione con quelli di Treviso, Venezia e con gli uomini del Reparto prevenzione crimine di Padova hanno così interrotto un vasto traffico di droga proveniente dalla Spagna attraverso fornitori colombiani.

 

DUE ARRESTI NEL VENEZIANO - In manette anche due pregiudicati già conosciuti dalla cronache lagunari. Pierina Tommasini, 56enne di Mestre, più volte sorpresa in giri di droga, è la compagna di Luciano Pistolato, ex esponente della Mala del Brenta legato al gruppo dei "Mestrini". Il 12 agosto scorso erano stati già colti insieme in flagrante dalla polizia per spaccio. L'altro pregiudicato finito in manette è Giuseppe Cattelan, di San Stino di Livenza, legato alla costola della Mala dei "Sandonatesi".

 

SODALIZIO DI DUE GRUPPI CRIMINALI - Le indagini degli investigatori della polizia, coordinate dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato, hanno permesso di individuare due gruppi criminali, interdipendenti che facevano arrivare la droga per poi smerciarla in parte nella provincia di Padova e in parte in quelle di Treviso e Venezia.

 

NOTO IMPRENDITORE DI UNA RADIO LOCALE - Elemento centrale dell'importazione della droga è un imprenditore padovano del settore radiotelevisivo e gestore di una nota radio locale. Tra gli altri arrestati vi sono alcuni noti pregiudicati, in passato legati alla Mala del Brenta e che nel corso degli anni avevano mantenuto proficui rapporti con criminali in grado di esportare cocaina verso l'Italia.

 

LA VILLA "FORT KNOX" - Uno degli indagati si vantava di abitare in una villa "inespugnabile", che denominava "Fort Knox" perché l'aveva imbottita di telecamere. Importante il ruolo rivestito dalle numerose donne comparse nell'inchiesta denominata "Carlitos" e destinatarie di misure cautelari, tanto da poter essere considerate essenziali all'attività del gruppo criminale. Una di esse aveva il compito di minacciare i clienti morosi.

PENSAVANO DI NON AVERE GLI AGENTI ALLE CALCAGNA - Un'abitazione di uno degli indagati, in Padova, era divenuta una meta quotidiana di numerosissimi acquirenti (anche 15 in un giorno) attirati dall'elevata qualità della cocaina smerciata. Il gruppo padovano riforniva di cocaina le piazze del Padovano, del Piovese, e Casalserugo. Da tempo le indagini non facevano emergere una totalità di cittadini italiani dediti al traffico di droga. Gli indagati erano convinti che le forze dell'ordine fossero impegnate a contrastare soprattutto gli extracomunitari, particolarmente attivi nel Nordest in questo settore criminale.

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