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Cronaca Porto Marghera

Eni ferma il cracking di Porto Marghera

Lo ha comunicato l'amministratore delegato Claudio Descalzi al sindaco Luigi Brugnaro nei giorni scorsi. Stop anche all'impianto degli aromatici nella primavera del prossimo anno. Sono 400 i lavoratori diretti e poco meno gli indiretti

Eni ferma definitivamente il cracking del petrolchimico di Porto Marghera, oltre all'impianto degli aromatici. Lo ha comunicato l'amministratore delegato Claudio Descalzi al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, nei giorni scorsi. Lo stop è previsto per la primavera dell'anno prossimo. Oggi la direzione lo ha confermato in un incontro alle sigle sindacali dei chimici veneziani Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che hanno già dichiarato di esser pronte a «intraprendere ogni iniziativa di protesta e mobilitazione necessaria». Sono 400 i dipendenti diretti degli impianti chimici veneziani, più altrettanti nell'indotto. Eni dal 2014 ha avviato a Venezia la prima bio-raffineria al mondo riconvertita da un impianto tradizionale, che impiega 200 persone. E intende continuare a investire in produzioni alternative nella logica della riconversione ambientale ed energetica.

Le organizzazioni sindacali hanno fatto sapere di essere «fermamente contrarie alla chiusura del cracking perché sarebbe l’ennesima dismissione senza nessuna garanzia di nuove attività produttive e garanzia occupazionale. Inoltre, c’è il reale rischio che la chiusura del cracking di Porto Marghera metta in discussione le produzioni a valle dei petrolchimici di Mantova e Ferrara causando un effetto domino di chiusure e dismissioni - scrivono -. Denunciamo la completa insufficienza degli investimenti proposti da Versalis a fronte della chiusura dell'impianto della chimica tradizionale. Inoltre, parte di questi "nuovi" investimenti rientrano in accordi presi negli anni precedenti e dall’Eni mai rispettati - affermano - Riteniamo necessario avere un incontro entro le prossime settimane con Eni perché ci presenti nei dettagli il piano industriale per lo stabilimento di Porto Marghera». Secondo quanto riferito dai sindacati, Eni avrebbe rassicurato sulla tenuta dell'occupazione, anche in forza della manodopera che intende spostare in Eni Rewind (per il risanamento ambientale di siti petrolchimici) e nello Steam Reforming per l'idrogeno. Ma per le sigle, «le dichiarazioni di Versalis sul cracking generano incertezza e preoccupazione». 

Già nel 2015 Eni annunciò la fermata del cracking di Porto Marghera e la volontà di riconvertire la produzione nella chimica verde. Nell'anno successivo però, a un passo dalla cessione dell'impianto al fondo americano Sk Capital, bloccò la trattativa e riavviò le lavorazioni chimiche tradizionali, rese convenienti dalla riduzione del valore di mercato del greggio. Nel 2019 Eni aveva annunciato infine la volontà di ridurre del 30% la produzione di etilene.

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