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Cronaca Noventa di Piave

Esplode la borsa dell'acqua, padre e figlia ustionati. "Era difettosa"

E' successo ad un uomo di Noventa di Piave e alla sua bambina di dieci anni. Si sono affidati ad uno studio per ottenere un risarcimento danni

Stavano tranquillamente guardando la televisione tenendo in grembo una borsa dell’acqua calda, quando l’oggetto è esploso ustionando entrambi all’inguine con l’acqua bollente. Ora, un anno e mezzo dopo, stanno conducendo la battaglia per ottenere il risarcimento danni. L’episodio è capitato a Noventa di Piave e vede come vittime padre e figlioletta di dieci anni, ora la famiglia si è affidata ad un team di specialisti del risarcimento danni come Studio 3A.

Passato il grande spavento e iniziate le cure per la pericolosa ustione, il genitore aveva presentato denuncia ai carabinieri e la Procura di Venezia tramite il pm Terzo aveva avviato un’indagine disponendo una perizia tecnica su quella borsa dell’acqua calda prodotta da una nota azienda veneta e comprata in un centro commerciale dell’hinterland mestrino. Dalla perizia è emerso che lo spessore della borsa era del 40% inferiore rispetto a quello di una borsa regolare, da successivi approfondimenti è inoltre emerso che molte altre borse appartenenti allo stesso lotto di produzione presentavano lo stesso difetto.

Lo studio ha immediatamente fatto partire l’iter per la richiesta risarcimento danni. “Molto spesso all'accadere di simili casi non sospetti di nascondere la responsabilità di terzi, non segue da parte del danneggiato la consapevolezza di esigere un risarcimento – spiegano gli specialisti dello studio -. In questi casi viene violato il diritto previsto dall'articolo 2043 del codice civile il quale prevede che qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno".

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