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san pietro in castello / Castello

Ex Caserma Sanguineti, annunciato sfratto per gli inquilini. Monta la rabbia

Il Demanio: «Dobbiamo rifare il tetto, molto pericoloso». Il gruppo San Piero e Sant'Anna: «Nessuna novità da quando un anno fa quando si proponeva un contratto di 6 anni, è operazione speculativa». E scrivono al Papa

All'ex caserma Sanguineti «c'è un problema di sicurezza. Dobbiamo rifare il tetto, e non possiamo intervenire se c'è la gente dentro»: tradotto, tutti gli inquilini dovranno essere a breve spostati altrove. Sono le parole del direttore regionale dell'Agenzia del Demanio, Massimo Gambardella, riportate oggi dal Gazzettino. Parole che confermano i timori delle otto famiglie che vivono nella ex caserma nell'isola San Piero in Castello, che un mese fa avevano ricevuto una proposta, dal Demanio, che faceva pensare a un prossimo sfratto. E che fa temere che i progetti speculativi sul complesso, che la società immobiliare Artea vorrebbe trasformare in una foresteria di lusso, non se ne siano andati, nonostante le promesse di un anno fa da parte dell'agenzia del Demanio e del comune, a tutela dei residenti. 

«In questa dichiarazione noi cogliamo la fretta e la volontà di chiudere la questione ex Sanguineti così come era stata prospettata con la delibera della Giunta Comunale dell'ottobre 2021, una grossa operazione speculativa sulla testa di chi, in tutti questi anni, si è fatto carico totalmente della manutenzione delle proprie abitazioni e che, come richiesto dall'agenzia del Demanio, ha accettato costose perizie a proprio carico ed il riallineamento del canone, in cambio di un nuovo contratto di concessione» scrive il gruppo San Piero e Sant'Anna, animatore delle proteste del 2022-2023, di cui fanno parte anche i residenti nella caserma. Il gruppo si focalizza sulle parole di Gambardella, il quale spiega, motivando lo sfratto, che «se succede qualcosa la responsabilità è del demanio e mia personale». Per gli attivisti non è «cambiato nulla, a livello di sicurezza, dallo scorso anno, quando egli stesso proponeva agli abitanti un contratto di 6 anni e si dichiarava contrario all'espulsione degli stessi, come anche numerosi consiglieri comunali».

Il gruppo nota che per lunghi mesi le famiglie, tra cui vi sono degli ultraottantenni, sono state illuse da false speranze. E invita a riprendere la mobilitazione per confermare l'utilizzo residenziale, a partire dal mantenimento in loco degli attuali abitanti, e per fermare qualsiasi progetto speculativo riguardante il compendio. Gambardella ha chiarito che ad oggi non è chiaro se ci sia un investitore in campo e quale, seppur il piano di Artea non sarebbe formalmente chiuso.

Il gruppo San Piero e Sant'Anna si è rivolto oggi in una lettera anche a Papa Francesco, in visita a Venezia il prossimo 28 aprile, sperando di ottenerne il sostegno: «Immagini solo di ricevere, una mattina, una lettera che L’informa che deve svuotare la casa in cui ha vissuto per decenni, di cui si è preso cura con amore e dedizione, nelle cui pietre sono sedimentati ricordi personali e storie antiche di secoli, per lasciare posto, nel 2026, a una struttura ricettiva di lusso pronta a ricevere i clienti. Un progetto di una società straniera, convalidato e sostenuto dall'Amministrazione locale. È una bomba che esplode, sconvolgendo i giorni e le notti di queste persone alcune delle quali hanno ben oltre ottant’anni e sono particolarmente fragili» scrivono nella missiva. 

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