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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Tessera

L'aeroporto di Venezia punta sull'idrogeno

Un accordo tra Save, Airbus e Snam promuove la progettazione di tecnologie per l’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico per strutture e mezzi

L'aeroporto di Venezia punta a impiegare l'idrogeno per alimentare le proprie strutture, i mezzi aeroportuali e gli aerei: l'idea è oggetto di un accordo firmato da Save, che gestisce lo scalo, con Airbus (il principale produttore di aerei civili al mondo) e Snam, società di infrastrutture energetiche. La collaborazione servirà a sviluppare soluzioni sperimentali attraverso un progetto pilota che potrà essere esteso su larga scala.

Venezia si muove assieme agli scali di Milano, che hanno fatto un annuncio simile nella giornata di ieri, a conferma che anche gli aeroporti iniziano ad attrezzarsi nell'ottica della transizione energetica. Per ora esistono solo prototipi di aereo in grado di volare grazie all'idrogeno, tecnologia che già esiste ma necessita di essere affinata. L'orizzonte temporale, comunque, è relativamente vicino, dato che la stessa Airbus punta entro il 2035 al lancio del primo jet commerciale a emissioni zero.

Nel dettaglio, gli studi di progettazione previsti dall’accordo veneziano comprenderanno l’infrastruttura tecnologica per il rifornimento di idrogeno sia agli aeromobili che ai mezzi aeroportuali, con possibili soluzioni anche per le necessità energetiche legate all’accessibilità allo scalo, rendendo l’intero sistema aeroportuale a zero emissioni. L'intenzione, inoltre, è di attivare una sinergia intermodale con il trasporto su gomma e rotaia.

Secondo l'amministratore delegato di Save, Monica Scarpa, il progetto ha il valore di prendere in considerazione «l’intera filiera, dalla produzione, allo stoccaggio, alla fornitura, fino all’utilizzo dell'idrogeno per l’aeronautica commerciale». «L’idrogeno - aggiunge Marco Alverà, amministratore delegato di Snam - è una soluzione chiave per favorire la sostenibilità ambientale e la competitività di aeroporti, porti, trasporti pesanti e marittimi e di tutti i settori industriali difficili da decarbonizzare».

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