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I soccorsi / Caorle

«Sono arrivato pochi secondi dopo l'impatto, subito avviato il massaggio cardiaco»

La testimonianza di Giorgio Cuffaro, pediatra che domenica ha soccorso un bimbo di due anni e mezzo coinvolto in un incidente nel Trevigiano. Grande apprensione a Porto Santa Margherita di Caorle, dove vive la famiglia del piccolo

«La situazione è apparsa fin da subito molto grave: l'impatto è stato violentissimo e per quanto fosse sistemato nel seggiolino, il bambino ha certamente accusato il colpo»: Giorgio Cuffaro, giovane pediatra residente a Torre di Pordenone, lavora in ospedale a Conegliano (Treviso) ed è stato il primo ad intervenire sul luogo del terribile incidente stradale avvenuto nel primo pomeriggio della domenica di Pasqua, 9 aprile, a Motta di Livenza, lungo la Postumia.

L'intervento del medico, come riporta TrevisoToday, è stato fondamentale per far ripartire il cuore del bimbo di due anni che è rimasto coinvolto nello schianto, riportando lesioni molto gravi. Il piccolo si trovava a bordo dell'auto guidata dal padre, un 48enne di Caorle, ferito a sua volta e ora ricoverato in ospedale a Oderzo. Il bimbo si trova invece a Padova, nel reparto di terapia intensiva pediatrica, trasportato d'urgenza in elicottero dopo essere stato stabilizzato sul posto: la prognosi è ancora riservata e difficilmente sarà sciolta nelle prossime ore.

Cuffaro è passato in auto del tutto casualmente nella zona: era al posto giusto nel momento giusto. «Passavo per caso, dovevo andare a recuperare il telefono che avevo lasciato a Conegliano dopo il turno di notte - racconta il dottor Cuffaro - una volta preso il telefono io e mia moglie saremmo andati verso il mare, a Caorle: siamo passati di lì pochi istanti dopo l'impatto e non ho perso nemmeno un secondo». Il cuore del piccolo era fermo, senza l'intervento così celere del dottor Cuffaro (che ha subito avviato le pratiche rianimatorie) non avrebbe avuto scampo. «Al di là dei danni che ha riportato, non poteva andare meglio di così»: aggiunge il dottor Cuffaro che probabilmente nella serata di oggi, 11 aprile, incontrerà il padre del bimbo, ricoverato a Oderzo. «La situazione era drammatica, era logicamente disperato, è rimasto ferito, si trascinava» chiude Cuffaro.

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