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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Indagine sulla nave Mare Jonio, l'accusa: soldi in cambio del trasbordo di migranti

Un'inchiesta è in corso a Ragusa sul trasferimento, nel settembre scorso, di 27 persone dalla nave danese Maersk Etienne a quella della ong Mediterranea. Perquisizioni anche a Venezia

La procura di Ragusa ha aperto un'inchiesta in cui è coinvolta la ong Mediterranea saving humans: l'episodio oggetto di indagine risale al settembre scorso, quando 27 migranti furono trasbordati dalla nave cargo Maersk Etienne alla Mare Jonio, operante per conto di Mediterranea. Secondo la procura ci sarebbe stato «un accordo di natura commerciale tra le società armatrici», quindi l'accusa è quella di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare e di violazione del codice della navigazione. Tra gli indagati ci sono Luca Casarini, attivista e leader dei no global, e Beppe Caccia, ex consigliere comunale e assessore a Venezia, entrambi impegnati in prima persona nella missione.

L'episodio risale al 12 settembre: dopo un mese di stallo, 27 persone furono trasferite dalla nave commerciale di proprietà danese (adibita al trasporto bestiame) a quella italiana. La procura spiega che «le indagini fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali hanno permesso di far emergere che il trasbordo dei migranti effettuato dall'equipaggio della Mare Jonio (che secondo l'accusa non aveva avuto indicazioni dalle autorità maltesi, competenti in quel tratto di mare ma che si erano rifiutate prendere in carico la gestione del caso)» sarebbe avvenuto «solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della motonave Mare Jonio ha percepito una ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso».

La nave Mare Jonio è stata perquisita questa mattina e posta sotto sequestro. In mattinata, inoltre, sono partite perquisizioni a Trieste, Venezia, Palermo, Bologna, Lapedona (FM), Mazara Del Vallo (TP), Montedinove (Ap) e Augusta (SR) con lo scopo di acquisire altri elementi utili.

I naufraghi erano stati salvati dalla Etienne il 5 agosto. Per circa 35 giorni il comandante Volodymyr Yeroshkin ha chiesto un porto sicuro di sbarco. Come aveva raccontato lui stesso, le persone a bordo era esauste e bisognose di assistenza: la nave, infatti, non era attrezzata per il salvataggio di persone.

L'indagine, naturalmente, ha dei risvolti politici e tra i primi a commentare c'è il partito Fratelli d'Italia: «Ribadiamo il nostro “no” alla tratta dei migranti: la sofferenza e la speranza di queste persone non possono essere un indegno strumento di guadagno - dice il capogruppo in consiglio regionale, il veneziano Raffaele Speranzon - Siamo stati tacciati di razzismo e di mancata solidarietà nei confronti dei migranti: noi vogliamo solo evitare che i drammi di queste persone finiscano per finanziare realtà che dietro una facciata umanitaria nascondono interessi personali ed economici. La giustizia ora farà il suo corso, e confido che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto».

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